Spiccioli di spiritualità, Nascita e rinascita

A cura di Michele Pugliese

Per l’appuntamento domenicale con la rubrica “Spiccioli di spiritualità” diretta dal prof. P. Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla di nascita e rinascita.
Ben prima di essere il giorno del “compleanno” di Gesù, il 25 dicembre era la data in cui gli antichi romani celebravano il Sole e la sua rinascita dopo il buio dell’inverno. L’albero, il vischio e persino il nostro Babbo Natale sono invece il risultato di antiche credenze pagane e cristiane. Il presepe verrà molto dopo. Tutte le religioni hanno il concetto della nascita e della rinascita. La nascita è nella creazione del mondo e dell’universo, prima che in quella degli individui. Ogni cosa ha un’origine e una fine, e una volta finite, rinascono in un’altra cosa.
Le religioni sono una continua rinascita, la fede è una rinascita a una nuova vita. E, che si creda in Dio Padre, Allah o Jahvé, negli insegnamenti del Buddha, negli spiriti della natura o negli dei indù, facciamo comunque parte della grande famiglia di oltre 5 miliardi di persone che ha fede in almeno un dio.
L’ebraismo nasce dalle visioni di un uomo, che pare sia stato il primo a credere nell’unico Dio, Abramo, un pastore nomade, con cui il Signore strinse un’alleanza circa quattromila anni fa. Ma la religione rinacque poi circa 600 anni dopo, intorno al 1250 a.C. quando Dio, che loro chiamano Jahvé, decise di rinnovare quell’alleanza con tutto il popolo ebraico. Lo fece in Egitto, prima liberandolo dalla schiavitù e poi sul monte Sinai, dandogli anche una Legge. I patti erano chiari: la salvezza e la prosperità nella Terra Promessa, in cambio del rispetto dei comandamenti. Da allora gli Ebrei sanno di dover osservare in modo rigoroso la legge di Dio, contenuta nella Torah, il più importante dei loro testi sacri. E aspettano ancora l’arrivo del Salvatore, il Messia che porterà la pace universale nel mondo.
Ma una rinascita dell’ebraismo si ebbe quando per un gruppo di ebrei questo messia nacque 753 anni dopo la fondazione di Roma. L’arcangelo Gabriele ne aveva annunciato l’arrivo alla madre, Maria, spiegandole che il piccolo era il figlio di Dio. Gesù, questo il suo nome che significa “Dio salva”, predicò fino alla morte l’amore di Dio per gli uomini e molti discepoli lo seguirono: nacque così il cristianesimo. Anche il messaggio di Gesù, ovvero la sua dottrina, rinacque poi nel tempo quando i cristiani si divisero in varie correnti: cattolici, protestanti, gli anglicani e gli ortodossi. E cristiani sono anche, tra gli altri, i testimoni di Geova, i Mormoni e i Quaccheri.
L’Islam nasce nel VII secolo, ma siccome prende molto dall’ebraismo e dal cristianesimo, può essere considerato anche una rinascita. È la più giovane delle tre grandi religioni monoteistiche, fondata da Maometto, un carovaniere scelto da Allah (Dio) per diffondere le sue rivelazioni e convertire al monoteismo gli Arabi, all’epoca politeisti. Queste rivelazioni furono raccolte nel Corano, il libro sacro dell’Islam: compito di ogni buon musulmano è rispettare le sure, cioè i 114 capitoli in cui è diviso. I musulmani si riuniscono nelle moschee e pregano rivolti verso La Mecca (Arabia Saudita), la città santa dove si trova il loro più importante santuario, la Kaaba. È qui che, secondo quanto prescritto dalla loro religione, devono andare in pellegrinaggio almeno una volta nella vita. L’Islam predicato da Maometto rinasce poi in due grandi correnti, sunnismo e sciismo, più altre minori.
Il Buddhismo trascorre ciclicamente i periodi della nascita, dell’esistenza, della morte e della non-esistenza. Quando una cosa scompare al suo posto c’è soltanto uno spazio vuoto, e comincia a spirare una lieve brezza, che diventa sempre più forte per manifestarsi in una cosa nuova. Questa brezza mette in moto il vortice del nuovo divenire cosmico, grazie alla forza delle azioni (Karman). Il Karman ha comunque un premio o un castigo che si concretizzano nelle caratteristiche di un nuovo mondo, in cui gli esseri possono continuare le loro reincarnazioni. È il processo della rinascita. «Il re Milinda domandò: “È vero che non c’è trasmigrazione, eppure c’è rinascita?”. “Sì, maestà”. “Com’è possibile? Dammi un esempio”. “Supponete, maestà, che un uomo accenda una lampada con un’altra. La prima lampada passa forse nell’altra?”. “No di certo”. “Così pure c’è rinascita senza che nulla trasmigri”».
Nascita e rinascita fa parte del nostro essere e il bambinello nella grotta ci ricorda che anche un atto di amore è una rinascita nella nuova dimensione. Il Natale ci viene offerto come annuale rinascita ad aprire il cuore, a lasciarci interpellare dalla fragilità che è in noi e intorno a noi, a custodire la speranza mettendoci in gioco e scegliendo di diventare protagonisti del cambiamento.