Spiccioli di spiritualità/ Focus su San Silvestro

A cura di Michele Pugliese

Per la rubrica “Spiccioli di spiritualità” ,diretta dal prof. P. Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla di San Silvestro

Ci sono santi che sono conosciuti per le loro opere, i loro scritti, il loro martirio, i loro miracoli, e ci sono santi che sono conosciuti per quello che rappresentano nell’immaginario collettivo e nessuno (o quasi) sa chi sono e che cosa hanno fatto per diventare santi. Uno di questi è San Silvestro, da tutti conosciuto per il fatto di essere l’ultimo santo del calendario e di rappresentare dunque un giorno che segna una cesoia tra quello che è stato e quello che sarà, o si spera sarà. E così si parla della “notte di San Silvestro”, si domanda all’amico “cosa fai San Silvestro”, ma non si dice mai “chi era San Silvestro?” Che poi, il tempo è un continuum e non c’è nessuna discontinuità tra l’ultimo dell’anno e il primo giorno dell’anno nuovo. Ma, tant’è, agli uomini piace schematizzare e pensare che una pagina nuova sia sempre migliore dalla vecchia, per cui anche questo proiettarsi nel futuro fa parte della speranza, che non a caso è un sentimento prettamente cristiano o, se vogliamo essere precisi, una virtù teologale.
Ma torniamo al nostro santo. Dicevamo che la sua fama deriva dal fatto di essere l’ultimo del calendario. Era un papa, anzi il primo papa di una Chiesa non più minacciata dalle persecuzioni. Infatti, nell’anno 313, gli imperatori Costantino e Licinio dettero piena libertà di culto ai cristiani. L’anno dopo muore papa Milziade e gli succede il prete romano Silvestro. A lui Costantino, ormai mecenate della nuova religione, dona come residenza il palazzo del Laterano e costruisce la prima basilica di San Pietro, non quella che ammiriamo oggi che è di origine rinascimentale.
Dunque la Chiesa è pacificata finalmente col potere civile, ma non al suo interno. Il lungo pontificato di Silvestro – ben 21 anni – è infatti tribolato da controversie disciplinari e teologiche e non è che il papa poteva mettere ordine più di tanto, perché la sua autorità non era ancora precisata e il suo ruolo era per lo più confinato a essere il vescovo di Roma. E allora, chi interviene nelle controverse teologiche? L’imperatore Costantino. È come se oggi per decidere quando a messa ci si deve inginocchiare, la cosa fosse decisa dal Presidente della Repubblica. E la cosa bella è che Costantino non è nemmeno cristiano, forse lo diventerà in seguito, ma non è sicuro, come non è sicura la voce che sia stato battezzato proprio da Silvestro.
Altri tempi… Costantino indice anche nel 314 il concilio occidentale di Arles, in Gallia, cioè riunisce i vescovi per farli deliberare intorno alla questione dei sacramenti impartiti dai vescovi che non si erano opposti alle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano (oggi li chiameremmo “collaborazionisti”). Ma siccome ci aveva preso gusto a indire i concili, non contento di questo concilio “minore”, ne indice anche uno molto più importante, il primo concilio ecumenico della Chiesa, a Nicea, ecumenico perché vi chiama tutti vescovi, dove si approva il Credo (quello che recitiamo a messa).
In tutto questo papa Silvestro non ha nessuna voce in capitolo, non gli è permesso neanche di intervenire ai dibattiti: gli vengono solo comunicate, con solennità e rispetto, le decisioni prese. Insomma, l’autorità di papa Silvestro ci appare un po’ sbiadita, ma non per colpa sua (e nemmeno di Costantino). È come schiacciato dagli avvenimenti, ma come sempre, nella storia dobbiamo vedere gli avvenimenti con la mentalità del tempo in cui sono avvenuti, e non con la mentalità di oggi.
Sebbene in vita sia stato un papa senza autorità, da morto invece la sua fama cresce notevolmente. Innanzitutto viene onorato pubblicamente come “confessore”. Anzi, è il primo in assoluto a ricevere questo titolo che indica chi, pur senza martirio, ha trascorso una vita sacrificata a Cristo. In pratica, è il primo santo “non-martire” della Chiesa. Sebbene molto onorato è anche un papa sfortunato, e senza sua colpa. Per alcuni secoli infatti è stato creduto autentico un documento, detto “donazione costantiniana”, con cui l’imperatore avrebbe donato a Silvestro e ai suoi successori la città di Roma e alcune province italiane. Questo documento è un falso, riconosciuto tale nel XV secolo, artatamente costruito per giustificare nel medioevo il potere temporale dei papi.
Insomma, un papa quasi ignorato in vita, ma che poi ha goduto di una popolarità immensa dopo la morte per essere stato venerato il 31 dicembre. Quando si dice che uno per essere apprezzato deve morire… speriamo, il più tardi possibile.