Città invase da vespe e calabroni. Un fenomeno che parla di nuove abitudini urbane… e non solo

Negli ultimi mesi le segnalazioni si moltiplicano: vespe ovunque, dai dehors dei bar ai parchi cittadini. Bevande abbandonate, cestini traboccanti, tavolini assediati da insetti insistenti. Quello che un tempo era un fenomeno tipicamente estivo e rurale oggi riguarda anche il cuore delle città.

Ma non si tratta solo di un fastidio stagionale. Dietro questa presenza crescente c’è un insieme di cause — ambientali, climatiche e comportamentali — che raccontano molto del nostro tempo.

Un fenomeno naturale, ma amplificato.

Le vespe, specie come la Vespula germanica o la Vespula vulgaris, vivono in colonie che raggiungono il massimo della popolazione tra fine estate e inizio autunno. Quando le larve smettono di crescere, le operaie non hanno più un ruolo preciso e cominciano a cercare zuccheri per nutrirsi.
È il momento in cui le incontriamo ovunque: attratte da frutta, bevande, rifiuti e sostanze dolci che abbondano negli spazi urbani.Negli ultimi anni, però, il loro numero è aumentato in modo anomalo. Gli esperti spiegano che a favorirne la diffusione sono gli inverni sempre più miti, che permettono a un numero maggiore di regine di sopravvivere e fondare nuove colonie in primavera.

Città più calde e più “ospitali”

Le città offrono alle vespe ciò che serve per prosperare: calore, ripari e abbondanza di cibo.
Il cosiddetto “effetto isola di calore urbano” crea temperature più alte rispetto alle zone rurali circostanti, rendendo i centri abitati ideali per questi insetti. Cassonetti mal chiusi, scarti alimentari e costruzioni con anfratti e intercapedini diventano perfetti rifugi e fonti di nutrimento.

A peggiorare la situazione, la diffusione di specie aliene invasive, come la vespa orientalis e la vespa velutina (nota come calabrone asiatico), che si stanno adattando anche agli ambienti cittadini italiani.

Vespe o api? Imparare a riconoscerle

Non sempre gli insetti che vediamo attorno ai nostri tavoli sono api.
Le api, fondamentali per l’impollinazione e la biodiversità, sono attratte dai fiori e non dal cibo umano. Le vespe, invece, sono predatrici e opportuniste: si avvicinano ai rifiuti, pungono più volte e resistono anche in ambienti molto antropizzati.Confonderle è un errore comune che porta a comportamenti inutilmente aggressivi e, in alcuni casi, dannosi per le api stesse.

Cosa possiamo fare? Gli esperti consigliano alcuni comportamenti semplici per ridurre la presenza delle vespe in città:

Chiudere bene i rifiuti e pulire regolarmente i cestini. Evitare di lasciare cibo o bevande scoperte all’aperto. Mantenere la calma se una vespa si avvicina: i movimenti bruschi aumentano il rischio di punture. Segnalare eventuali nidi a ditte o enti specializzati, evitando interventi fai-da-te.Allo stesso tempo, è importante proteggere le api, piantando fiori melliferi e riducendo l’uso di pesticidi anche nei piccoli giardini urbani.

L’aumento di vespe nelle città non è solo un disagio, ma un indicatore di come il clima e gli ecosistemi urbani stiano cambiando.
Più calore, meno predatori naturali e abbondanza di risorse artificiali stanno trasformando il comportamento di molte specie, rendendo l’ambiente urbano sempre più “ibrido” tra natura e cemento.

Le vespe non sono il sintomo di una “invasione” da combattere, ma il segnale — fastidioso ma eloquente — di un equilibrio che si sposta. E comprendere questo segnale è il primo passo per imparare a convivere, responsabilmente, con la natura che torna a farsi spazio anche dove pensavamo di averla esclusa.

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