Dal 3 al 5 ottobre 2025, la suggestiva Certosa di Capri ha ospitato l’edizione 2025 di “Giustizia 4.0”, l’importante convegno promosso dal CED della Corte Suprema di Cassazione in collaborazione con tutte le principali istituzioni italiane ed europee impegnate nel processo di digitalizzazione della giustizia e della pubblica amministrazione.
Nato nel 2013, l’evento rappresenta ormai un appuntamento consolidato e strategico per il confronto tra giuristi, tecnici, istituzioni e accademici sui temi dell’innovazione digitale nella giustizia. Se inizialmente focalizzato sul processo civile telematico, oggi “Giustizia 4.0” si è affermato come piattaforma di dialogo trasversale tra settore pubblico e privato, con una visione sempre più europea e sistemica.
Un’edizione all’insegna dell’Intelligenza Artificiale
L’edizione 2025 è stata interamente dedicata all’impatto dell’intelligenza artificiale (IA) sul processo e all’evoluzione degli strumenti digitali. Il cuore della riflessione si è concentrato sulla capacità delle nuove tecnologie di supportare — e non sostituire — l’operato del magistrato, nel pieno rispetto dell’autonomia decisionale e dei principi costituzionali.
Il 4 ottobre, focus su IA e giustizia: tra sperimentazione e governance
Particolarmente rilevante le conferenze del 4 ottobre, nella giornata “Giustizia 4.0: Diritti, Algoritmi e Nuovi Equilibri”, che ha visto lo svolgimento della sessione tematica “Intelligenza Artificiale, Casi d’Uso”, coordinata da Mario Nobile (Direttore Generale di AgID) e Rosita D’Angiolella (Vicecapo del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio).
Il panel ha riunito autorevoli voci provenienti dal mondo giudiziario, notarile, accademico e tecnico, per presentare esperienze concrete di applicazione dell’IA nel contesto giuridico italiano.
Il messaggio emerso in modo trasversale dai vari interventi è chiaro: l’IA è uno strumento di supporto prezioso per migliorare l’efficienza, l’organizzazione e la precisione nel processo civile, soprattutto nella gestione delle prove, nell’analisi documentale e nella ricerca giurisprudenziale. Tuttavia, l’impiego dell’intelligenza artificiale deve avvenire nel rigoroso rispetto delle garanzie giuridiche, dei diritti fondamentali e dell’autonomia del giudice.
La regolamentazione italiana, coordinata dal Ministero della Giustizia, pone attenzione ai limiti etici e giuridici dell’uso delle tecnologie intelligenti, garantendo trasparenza, non discriminazione e controllo umano. Le prospettive future riguardano non solo il processo giudiziario, ma anche gli strumenti di ADR, la valutazione dell’attendibilità delle testimonianze e il miglioramento complessivo della qualità del servizio giustizia.
“Giustizia 4.0” si conferma ancora una volta come uno snodo fondamentale per riflettere sul futuro della giustizia nell’era digitale. L’edizione di Capri 2025 ha sottolineato come l’innovazione non sia solo una questione tecnologica, ma anche culturale, giuridica ed etica. L’intelligenza artificiale può essere un alleato prezioso, ma solo se integrata in un disegno che mantenga al centro il diritto, la persona e la responsabilità umana.