“L’Italia è ormai un grande parco giochi del cibo”: la critica del New York Times alla foodification dei centri storici
Negli ultimi quindici anni, i centri urbani italiani hanno subito una trasformazione radicale e preoccupante. In molte città, tra cui Roma, Venezia e Firenze, il numero degli abitanti è diminuito drasticamente. Roma, ad esempio, ha perso più di un quarto dei suoi residenti, mentre Venezia e Firenze si sono spopolate ancor più rapidamente.
Contemporaneamente vi è stata un’esplosione del turismo, che rappresenta il 13% del PIL italiano e ha visto il “food & wine tourism” triplicare in un decennio.
Questa tendenza rischia di sostituire la nostra tradizione culinaria con un’offerta commerciale e standardizzata. Località storiche, un tempo fulcri di vita e cultura, si sono trasformate in parchi giochi gastronomici, dove spritz e carbonara dominano le scene e le botteghe artigiane stanno scomparendo.
Un esempio emblematico di questa metamorfosi è Palermo. Dopo il riconoscimento UNESCO nel 2015, la città ha visto un aumento del 50% dei visitatori e il numero dei ristoranti nel centro è raddoppiato. Le tradizionali bancarelle di frutta e pesce hanno lasciato spazio a locali che servono limoncello, tiramisù e “pasta on a stick”. Come ha commentato Maurizio Carta, responsabile della pianificazione urbana. Via Maqueda sembra essersi trasformata in un luna park. Il cambiamento avviene mentre la Sicilia continua a soffrire di alti tassi di disoccupazione e di una fuga di giovani in cerca di opportunità altrove.
Questo fenomeno non riguarda solo il cibo, ma colpisce anche la vita sociale e culturale delle città. Le piazze, un tempo animate da eventi locali e mercati rionali, ora ospitano solo turisti in cerca di esperienze superficiali e fotografabili. Le tradizioni, le storie e le esperienze autentiche, che dovrebbero essere il fulcro della visita in Italia, si stanno perdendo nel tentativo di attrarre un turismo di massa sempre più omogeneo.
La riflessione deve necessariamente portare ad un’inversione di marcia per contrastare questo processo di snaturamento e promuovere politiche di valorizzazione delle tradizioni locali e il sostegno alle piccole attività. Iniziative che incentivano il turismo sostenibile e l’autenticità possono aiutare a preservare l’identità culturale delle città italiane. Investire in esperienze che coinvolgano direttamente i visitatori con la cultura locale, come corsi di cucina tradizionale o visite alle botteghe artigiane, potrebbe rappresentare una soluzione per riavvicinare i turisti alla vera essenza italiana.