Il 19 ottobre alle ore 17:00 a Teano, nella sala del Loggione del Museo Archeologico si è tenuta la presentazione del libro di Luigi Del Vecchio “Ostuni non mi cercare più”. L’evento, dopo i saluti iniziali del Sindaco di Teano Avv. Giovanni Scoglio, è stato moderato dalla D.ssa Ing. Florianna Golino. Presenti i rappresentanti delle associazioni del Comune di Teano, dell’Associazione Liberi Orizzonti aps, Pro Loco di Teano, Associazione Turistica di Teano e Borghi e del Rotary Club di Sessa Aurunca che hanno dato il patrocinio, oltre due ufficiali della GdF in uniforme. Il Dr. Emiddio Scoglio, già Dirigente Unicas, ha curato le letture di alcune pagine del libro. L’autore è Generale della Guardia di Finanza in quiescenza, di origini casertane e pugliese di adozione, da sempre innamorato della città bianca dove ormai vive in maniera stabile. È un avvincente thriller ambientato nella bianca Ostuni, dove il protagonista, il Commissario Vito Berlingieri indaga su una serie di efferati omicidi. Abbiamo incontrato lo scrittore che ci ha concesso un’intervista in esclusiva. Gli abbiamo chiesto: -“Perché il giallo è ambientato a Ostuni?” e lui ci ha risposto: “Il primo incarico nella Guardia di Finanza è Stato a Ostuni di cui mi sono innamorato e tre anni fa ho acquistato una casa per andarci a vivere. Mi piaceva l’idea di immaginarla con una macchia di sangue nel suo spettacolare bianco”. -“Che tipo è il personaggio principale? E lui ci ha risposto: “Ha una propensione verso il mondo femminile, non si vuole legare, è un dongiovanni”. Alla domanda –“Che messaggio ci vuole lasciare con questo libro?” risponde: “La morale è capire e attrezzarsi che il male esiste ed è dietro l’angolo”. Per concludere, gli chiediamo un’osservazione sulla recente tragedia in provincia di Verona, in cui tre carabinieri davanti alla porta sono stati travolti dall’onda d’urto della esplosione dolosa di diverse bombole di gas. Risponde, con tono pacato e autentico: “Dopo quarant’anni di servizio, posso fermamente asserire che chi indossa la divisa, proprio perché va incontro all’imponderabile, merita rispetto”.
