Acerra: il commento del sindaco sulla sentenza di annullamento della confisca dei beni ai Pellini solleva il disappunto delle associazioni

Le sentenze si rispettano oppure, quando c’è la possibilità, si impugnano”. Lo ha detto il sindaco di Acerra (Napoli), Tito d’Errico, commentando l’annullamento, da parte della Corte di Cassazione, della confisca dei beni ai fratelli Pellini, condannati negli anni scorsi per disastro ambientale aggravato. “Questa amministrazione comunale – ha aggiunto d’Errico – in continuità con le amministrazioni passate, prosegue il lavoro di tutela ambientale della città. Mi auguro che tutte le istituzioni coinvolte operino sulla stessa linea a difesa del territorio, ognuno responsabile del proprio ruolo e secondo le proprie competenze, individuando, qualora fosse necessario, interventi utili a chiarire ogni procedura di questa vicenda”. Criptico e confusionario il rilievo del sindaco, lontano dai profili di trasparenza e condivisione del malcontento della comunità acerrana. Interroghiamo Vincenzo Petrella dell’Associazione Volontari Antiroghi Acerra che chiarisce: “La dichiarazione del sindaco è del tutto fuori luogo. La Cassazione infatti non si esprime nel merito della sentenza, ma vaglia se sia stato eseguito l’iter corretto durante il giudizio precedente. La questione che noi attivisti e la maggior parte dei cittadini di questo territorio cercano di sollevare è: in che modo si è giunti in ritardo per la sentenza in appello in merito alla conferma, che c’è stata, della confisca dei beni ?

Inoltre ribadiamo che gli effetti del reato ambientale procurato sono permanenti. Accertato quindi che i beni furono proventi dell’illecito operato dai fratelli Pellini, condannati in via definitiva per disastro ambientale aggravato, a nostro avviso andrebbero confiscati e per ciò che possibile utilizzati per rimediare, anche se in parte, al danno ambientale recato. Rimango quindi, come cittadino acerrano, dispiaciuto per tali dichiarazioni”.