“IL CENTRO” – LIBERTA’ e PACE, CROCE
Articolo di Elisa Letizia con disegni e note di Michele Letizia


Il centro può essere considerato un luogo di riconciliazione, uno spazio neutro dove le differenze vengono messe da parte e gli uomini possono ritrovare un senso di unità e di appartenenza. Superando le barriere, Il centro, la riconciliazione diventano simboli di pace, di armonia; gli uomini, insieme, per edificare unfuturo migliore! Il centro come delta (range) tra spazio fisico e metaforico, spazio di vicinanza per riscoprire valori condivisi, sposando la tolleranza, il rispetto e le comprensioni reciproche.
Cit. Nikolaj Berdjaev (1)
https://www.silviaronchey.it/articolo/6/547/Il-nostro-futuro-Sar-un-medioevo/
In questo modo, il centro assume un ruolo fondamentale nella costruzione di una società più coesa e più solidale, una società in quiete, quella pace che è desiderio, è obiettivo finale, ma poche volte si riflette sulla sua vera essenza. La ricerchiamo nei sistemipolitici, nelle strutture sociali e negli equilibri di potere, ma continua a essere un percorso tortuoso.
Forse il motivo è che la pace va ricercata altrove quando dovrebbe in primis essere ricercata dentro di noi, nel modo in cuiviviamo, con noi stessi, con gli altri e con il mondo intorno a noi. Oltre alla pace, dialogo aperto sull’uomo e la sua libertà, figura, ovunque il concetto di croce, quel segno che rappresenta il centro, come incrocio di equilibrio e di armonia. La croce, due assi, uno verticale e uno orizzontale, che si intersecano, la connessione tra cielo e terra, tra spirito e materia, l’importanza di trovare un equilibrio nella vita, necessario per la stabilità e per la direzione; la croce ci aiuta a capire che il centro è il punto di partenza per ogni movimento, per ogni azione, in molte culture, la croce èconsiderata un simbolo sacro, che rappresenta la vita e la morte, la rinascita e la resurrezione! Il simbolo presente in molte tradizioni ben prima del cristianesimo storico, rappresenta l’uomo posto all’incrocio di due dimensioni fondamentali, tra il femminino, l’orizzontale della storia, delle relazioni, dei popoli, dei conflitti, e il mascolino, la verticale del senso, della coscienza,dell’apertura al principio. Nel punto in cui queste due direzioni si incontrano si colloca il centro, luogo simbolico della sintesi e della responsabilità. Quando l’uomo perde questo centro, assolutizza una sola dimensione: o si schiaccia sulla materia e sulconflitto, oppure fugge dalla storia rifugiandosi in un’astrazione spirituale. In entrambi i casi, la pace diventa impossibile. La croce non elimina la tensione, ma la ordina. Non cancella i contrari, ma li rende complementari. È per questo che, nel suosignificato più profondo, essa non è segno di morte, ma mappa dell’umano, della libertà dell’uomo. La libertà è qualcosa dimolto speciale, ed è legata al nostro modo di pensare e didecidere. Quando parliamo di libertà come discernimento, ci riferiamo alla capacità di scegliere tra diverse opzioni e di prendere decisioni che sono in linea con i nostri valori e le nostre convinzioni e di essere consapevoli delle conseguenze dellenostre azioni. È il poter scegliere tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto. È la capacità di valutare le informazioni e di prendere decisioni. È il fondamento della democrazia e della società aperta.
Dobbiamo essere disposti a rispettare i diritti degli altri e a lavorare per il bene comune. La libertà non coincide con l’assenza di limiti né con la semplice possibilità di scegliere. È, piuttosto, la capacità di orientarsi, e qui ritorna la CROCE, il centro. Senza questo centro, la libertà si trasforma in arbitrio e la pace in parola vuota. La pace è qualcosa di molto speciale, significa vivere in armonia con gli altri, non cercare di dominare o controllarenessuno. La pace come armonia è il nostro obiettivo, il nostro sogno, e dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungerlo. Ilmondo di oggi sta attraversando una serie di crisi che dimostranocosa succede quando l’uomo perde il senso della misura. In questo scenario, la pace viene spesso scambiata per la supremazia di una parte sull’altra, il che non è affatto la vera pace. Ma una pace fondata sul dominio non è pace: è solo una sospensione della violenza.
Una lezione da metabolizzare?
Il Cantico delle Creature!
Cit. Francesco d’Assisi (2)
https://www.settimananews.it/teologia/il-natale-secondo-francesco/
È un inno bellissimo che parla della pace come una forma di lode. Questo canto è molto significativo perché esprime la gratitudine e l’ammirazione per il mondo che ci circonda.
Il Cantico delle Creature è un invito a vivere in sintonia con ilcreato e a riconoscere la nostra parte nel grande disegnodell’universo. Quando cantiamo il Cantico delle Creature, nonstiamo solo esprimendo la nostra fede, ma stiamo anche affermando il nostro impegno per la pace e la giustizia. Francesco d’Assisi presenta una visione della pace che si discosta completamente dalle logiche di possesso e di contrapposizione.Non considera l’uomo come il centro di tutto, come il padrone, ma lo vede invece come un fratello. Un fratello del sole, dell’acqua, della terra e persino della morte. Questa prospettiva ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con il mondo che ci circonda e con tutte le creature che lo abitano, senza voler dominare o controllare, ma piuttosto come parte di una grande famiglia. Il Cantico è, in questo senso, una traduzione poetica delcentro della croce: l’uomo riconciliato con il creato perché non pretende più di dominarlo, ma di abitarlo.
La pace non è un’idea astratta né un semplice obiettivo storico. Èuna possibilità sempre aperta, ogni volta che l’uomo sceglie di tornare al proprio centro. Un centro che non separa, ma unisce. Non esclude le cose, ma le integra. Che non domina, macustodisce. Solo un uomo capace di questo equilibrio può esseredavvero libero. E solo una tale libertà può generare pace.
20 dicembre 2025
Elisa Letizia
Note di Michele Letizia
1 – “Nuovo Medioevo” è un saggio fondamentale del filosofo esistenzialista cristiano russo Nikolaj Berdjaev, pubblicato nel 1923, che interpreta la Rivoluzione Russa e il caos del ‘900 come un passaggio storico verso una nuova era, un “crepuscolo” della razionalità illuminista, che ricorda spiritualmente il Medioevo, con il suo focus sulla crisi esistenziale e il ritorno a valori spirituali, non un’età oscura ma una rinascita spirituale in mezzo al crollo delle certezze moderne. Berdjaev, esule dalla Russia, vedeva in questa “nuova età di mezzo” un’opportunità per un nuovo umanesimo spirituale, criticando il materialismo e il razionalismo, e anticipando il crollo delle civiltà secolarizzate.
2– San Francesco d’Assisi mise in scena il presepe a Greccio nel 1223 per portare il messaggio di pace, povertà e amore di Gesù in modo concreto, trasformando una rappresentazione visiva e tattile in un Vangelo vivo che mostrava la nascita di Dio tra la gente comune, un’alternativa ai racconti epici delle bollenti missioni (le crociate), generando un simbolo universale di speranza e fratellanza; il presepe di Francesco a Greccio, un atto di pace! Ricreando la grotta di Betlemme con bue e asinello, si comunicava la “pace” di Cristo nel mondo, celebrando la nascita del Signore, “Principe della pace” in un luogo umile e spirituale e soprattutto per cercare la PACE non c’era bisogno di andare e “fare alla guerra”!