COMUNICATO USB – COLLETTIVO JABIL MARCIANISE
BASTA SILENZI! LA NOSTRA RABBIA NON SI SVENDE!
Ieri siamo scesi in piazza a Roma perché non accettiamo di essere svenduti da questo governo, che ha scelto di lavarsi le mani del nostro futuro, spalancando le porte a un soggetto come TMA, privo di capitali, di piani industriali e di occupazione reale.
Jabil ci butta fuori dopo anni di lavoro, competenza e sacrificio. Il Ministero si limita ad accettare il tutto, trasformandosi in notaio della nostra espulsione, mentre un azienda in silenzio specula sul fallimento.
Durante l’incontro al MIMIT, il Ministero ha dichiarato che le altre sigle sindacali non hanno sollevato obiezioni sulla cessione a TMA.
Non hanno chiesto un altro soggetto dopo il mancato accordo!
Non è a conoscenza di nessuna ritorsione e tanto meno, del dissenso degli operai.
Quindi ci chiediamo: chi sta giocando a nascondino? Il governo o i sindacati firmatari?
Che si espongano in qualsiasi modo, smentendo o confermando!
Noi la faccia ce la mettiamo, sempre. Altri preferiscono nascondersi dietro la complicità o il silenzio.
Abbiamo occupato le strade della Capitale con dignità e determinazione. Abbiamo conquistato con la lotta un tavolo al MIMIT, ma lì ci hanno presentato solo l’ennesimo insulto: un progetto che non garantisce né posti di lavoro, né futuro industriale. Progetto che nessun lavoratore vuole!
Ci stanno togliendo tutto: lo stipendio, la fabbrica, la dignità. Ma non la voce. Non la lotta.
Siamo stanchi di governi che si inginocchiano davanti alle multinazionali mentre abbandonano chi produce valore. La nostra vertenza è chiara: NO al piano TMA, SÌ a una reindustrializzazione vera, pubblica, trasparente.
Non ci interessano le promesse vuote. Vogliamo lavoro vero, garanzie vere, futuro vero.
Se pensano di piegarci con i tavoli farsa e la fame, si sbagliano di grosso.
Se credono che resteremo in silenzio mentre ci cancellano, si preparino allo scontro.
Scontro che dovrebbe avere la partecipazione di tutti, visto che il governo sa altro!
Ieri è stato solo l’inizio. La lotta Jabil non si ferma, sia sull’aspetto legale che sindacale. La fabbrica non si tocca!