Caserta – Si chiude nel modo più drammatico la vicenda industriale di Softlab Tech. La società, avviata a Caserta nel 2018, nella sede di Corso Trieste 196, come progetto di ricollocazione per gli ex lavoratori Jabil, ha annunciato nella serata di ieri l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per i 146 dipendenti ancora in forza.
La notizia, comunicata alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali, segna la fine di un percorso tormentato, costellato di promesse mancate, manovre societarie e fondi pubblici ricevuti ma mai trasformati in un vero rilancio produttivo.
Secondo quanto riferito dall’azienda, “non si ravvisano misure alternative idonee ad evitare la decisione di procedere ai licenziamenti”, avendo già esaurito ogni forma di ammortizzatore sociale, l’ultimo dei quali — la CIGS per gli addetti di Caserta — scadrà il prossimo 31 dicembre 2025.
Un percorso fallimentare dopo milioni di euro di fondi
Il progetto Softlab Tech era nato nel 2018 come esito di un accordo di ricollocazione: Jabil aveva versato 18 milioni di euro per sostenere la transizione occupazionale, mentre Invitalia aveva aggiunto altri 12 milioni tramite il Fondo di Garanzia per le Grandi Imprese in Difficoltà.
Nonostante gli ingenti fondi, la società aveva dato da subito scarsa attitudine ad avviare le attività proposte, fino a dichiarare la cessazione lo scorso marzo, dopo anni di promesse di rilancio mai concretizzate.
Dai primi allarmi alla crisi conclamata
Già nel 2020, a meno di due anni dall’avvio della nuova gestione, i lavoratori avevano lanciato l’allarme. Approfittando delle misure straordinarie legate all’emergenza Covid-19, l’azienda — secondo le testimonianze delle RSU — non aveva mai realmente avviato i progetti annunciati, mantenendo i dipendenti in cassa integrazione straordinaria (CIGS) e rinviando ogni piano di ripartenza.
Le criticità sono esplose definitivamente nel 2022, quando Softlab Tech ha iniziato a non versare gli stipendi e gli obblighi contributivi, aggravando la situazione economica delle famiglie coinvolte.
Esposto alla magistratura e indagini in corso
Nel mese di aprile 2024, quasi tutti i dipendenti della sede di Caserta hanno depositato un esposto alle Procure della Repubblica di Caserta, Napoli e Roma, segnalando presunti reati di natura penale legati alla gestione delle risorse economiche e agli obblighi occupazionali previsti dagli accordi originari.
Le indagini risultano tuttora in corso e potrebbero far luce su una vicenda che da anni solleva interrogativi.
La rabbia dei lavoratori e il silenzio delle istituzioni
«Già dai primi anni abbiamo denunciato le incongruenze sulla realizzazione dei progetti, ma nessuno ci ha ascoltati», denunciano i lavoratori, ricordando come l’imprenditore alla guida di Softlab abbia continuato a godere di piena fiducia, nonostante le irregolarità segnalate, per diversi anni, finché è venuta alla luce una situazione incancrenita che ha inorridito anche le istituzioni.
Ora resta l’amarezza per 146 famiglie che, dopo sette anni di incertezze, si ritrovano senza lavoro, affidati ad altre soluzioni di ricollocazione finora solo annunciate, mentre il caso Softlab Tech rischia di diventare uno dei simboli del fallimento delle politiche di reindustrializzazione nel Mezzogiorno.