L’Acquedotto Carolino, capolavoro di ingegneria idraulica settecentesca progettato da Luigi Vanvitelli per volontà di Carlo di Borbone, si prepara a vivere una nuova stagione di tutela e valorizzazione grazie ai fondi del PNRR. L’opera, lunga 38 chilometri e alimentata dalle sorgenti del monte Taburno, fu realizzata per garantire approvvigionamento idrico alla città e per far funzionare le monumentali fontane del Palazzo Reale di Caserta. Il suo percorso, in gran parte sotterraneo, è scandito da ponti-canale di straordinaria imponenza: tra questi, i celebri Ponti della Valle di Maddaloni, 529 metri di tufo che si innalzano fino a 60 metri di altezza con tre ordini di archi, e i ponti Carlo III di Moiano e di Durazzano.
Invitalia ha pubblicato una gara dal valore di 3,33 milioni di euro, in qualità di Centrale di committenza per il Ministero della Cultura – Reggia di Caserta, per intervenire sulle sorgenti del Fizzo e sui tratti principali dell’acquedotto. Le offerte potevano essere presentate fino al 13 novembre 2025.
Gli interventi previsti comprendono:
- il restauro conservativo e la manutenzione straordinaria dei torrini maggiormente degradati;
- il recupero dei ponti principali di Durazzano e Carlo III;
- la riqualificazione dell’area delle vasche alle sorgenti del Fizzo e delle aree verdi circostanti;
- la sistemazione della sezione interna del canale.
L’appalto, non suddiviso in lotti, è concepito per garantire continuità operativa e uniformità nelle lavorazioni. Obiettivo primario: rendere pienamente funzionale l’impianto di captazione idrica e assicurare una gestione corretta lungo tutto il tracciato dell’Acquedotto Carolino, infrastruttura essenziale per il Palazzo Reale, i suoi giardini e il territorio.
I lavori rientrano nel programma PNRR dedicato alla valorizzazione dei parchi e dei giardini storici (M1C3 – I2.3). La durata prevista è di 270 giorni dalla consegna del cantiere. Il disciplinare stabilisce penali giornaliere in caso di ritardi, ma riconosce anche premi per eventuali anticipi sui tempi di consegna.
Selezionata l’impresa aggiudicataria, nel giro quindi di circa otto mesi dovrà concludere i lavori di un bene di straordinaria rilevanza storica e paesaggistica, riconosciuto dal 1997 come Patrimonio dell’umanità UNESCO, insieme alla Reggia di Caserta e al Real Sito di San Leucio.
Nonostante il prestigio e la gestione affidata ad un Istituto autonomo del Ministero della Cultura diretto da Tiziana Maffei, parimenti alla Reggia di Caserta, la tutela dell’area circostante l’acquedotto rimane più fragile rispetto a quella del parco reale. Le visite, infatti, sono oggi garantite soprattutto dall’impegno volontario della Pro Loco di Valle di Maddaloni, mentre manca un’idea di vera integrazione con i flussi turistici della Reggia.
Il nuovo investimento si auspica sia un passo fondamentale per restituire centralità a un’opera d’ingegneria unica al mondo, fulcro del complesso sistema idrico immaginato da Vanvitelli e ancora oggi simbolo dell’eccellenza borbonica.
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