Reggia di Caserta. Molti cittadini chiedono l’accesso al Giardino Inglese nel biglietto annuale Parco della Reggia

di GIOVANNA PAOLINO

Iniziata la primavera sono riprese , piu’ intense , le passeggiate nel Parco della Reggia di Caserta per accedere al quale e’ stato istituito , da gennaio 2017, il  nuovo biglietto annuale “Parco della Reggia” per i cittadini, UE e non, residenti o domiciliati per motivi di lavoro o di studio nel Comune di Caserta ed in quelli limitrofi (Capodrise, Capua, Casagiove, Casapulla, Castel Morrone, Curti, Macerata Campania, Maddaloni, Marcianise, Portico di Caserta, Recale, San Marco Evangelista, San Nicola La Strada, San Prisco, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Valle di Maddaloni).

L’abbonamento al Parco della Reggia  non ha valenza per l’accesso al Giardino Inglese. All’epoca della normativa, stabilita da Mauro Felicori, Direttore della Reggia di Caserta,  vi furono molte polemiche derivate proprio dal divieto di usufruire del biglietto annuale ” Parco della Reggia” anche per accedere al Giardino Inglese.

Nei giorni scorsi e’ giunta alla nostra redazione la lettera del Sig. G.T.,  il quale e’ ritornato sull’argomento .

” Ritengo ingiusta ed insensata la limitazione imposta dalla Direzione della Reggia di Caserta – ha detto  G.T.-  anche e soprattutto in considerazione del fatto che , in citta’, il Parco Reale, nella sua  totalita’, assolve la funzione di parco cittadino “.

Questa , dunque, la proposta formulata dal Sig. G.T.  per garantire ai visitatori del Parco Reale anche il godimento del Giardino Inglese.

“Atteso che la potestà amministrativa ricade in capo al MIBACT , e dunque al direttore Felicori, credo comunque che si possa affrontare la questione in chiave politica – ha spiegato G.T.- .  Penso che Sindaco , dal mio punto di vista,  responsabile  dell’azione amministrativa del solo governo cittadino,  sia  onerato analogamente anche della rappresentanza politica della città e dei cittadini e , in quanto tale, dovrebbe incidere sul Mibact e sulla Direzione della Reggia per garantire alla citta’ l’intero parco del complesso vanvitelliano”.

Come si ricordera’ sulla questione era intervenuto anche Pio Del Gaudio , gia’ Sindaco di Caserta, che aveva inviato una nota al Direttore Felicori con la quale aveva chiesto di inserire nel  biglietto annuale  Parco della Reggia anche  la visita al Giardino Inglese.

A questo punto chiudiamo con la risposta di Mauro Felicori  a Pio Del Gaudio,  che, almeno per il momento,  sembra mettere un punto alla intera vicenda.

Secondo il Direttore l’abbonamento alla Reggia è stato concepito per rendere possibile ai cittadini l’accesso al parco, dato che a Caserta scarseggiano le aree verdi. Per questa motivazione Felicori ritiene immotivata l’estensione dell’abbonamento anche al giardino inglese tenendo conto che in linea di massima in Italia i musei sono a pagamento. Il Direttore si è comunque impegnato a premiare i visitatori frequenti con nuovi servizi, che però dovrebbero secondo lui riguardare tutti e non solo i casertani.

“L’ex Sindaco di Caserta mi scrive una gentile lettera aperta sull’apertura agli abbonati del Giardino inglese che merita una risposta. I musei statali italiani sono a pagamento, con eccezioni (i minorenni la più rilevante) decise per legge. Non è una scelta obbligata. Nel Regno Unito, esempio contrario, sono gratuiti. A Caserta negli anni si è consolidata una ulteriore eccezione – l’abbonamento al parco, appunto – all’inizio compensata da un contributo – spiega Felicori – del Comune che da tempo peraltro non si vede più. La spiegazione? A Caserta non c’è un parco pubblico che soddisfi le esigenze igieniche della popolazione. Ecco, per risolvere questo problema non c’è nessun bisogno del Giardino inglese. Dunque, mentre con approccio pragmatico ho mantenuto l’abbonamento e ho anche evitato aumenti salati, ben comprendendo cosa sia la Reggia per il territorio, devo ribadire che non solo non è un mio potere allargare il privilegio dell’abbonamento (c’è una norma nazionale per le tariffe), ma lo trovo – spiega Felicori – anche logicamente immotivato”.