PIETRAMELARA. Un 2 Giugno….DIFFERENTE! Moltissime persone al Monumento eretto a ricordo delle truppe napoletane che respinsero l’assalto dei garibaldini

di Redazione (GESUALDO NAPOLETANO)

PIETRAMELARA – Un due giugno particolare all’insegna della storia e della cultura quello trascorso da alcuni appassionati di storia patria napoletana che si sono radunati, ieri mattina, nel comune di Pietramelara per visitare il monumento eretto, soltanto pochi giorni fa, dall’amministrazione comunale a ricordo dei fatti militari che si svolsero il 19 settembre 1860. In quell’occasione le truppe napoletane respinsero l’assalto dei garibaldini che cercavano di guadagnare terreno verso il Volturno dove si sarebbe combattuta, solo qualche giorno dopo, la battaglia decisiva di quel confronto che segnò la storia del Sud. Una data impressa alla base dell’obelisco per ricordare che quel 19 settembrefu un giorno di testimonianza, fedeltà e valore dimenticato. Un monumento pro e non contro che ha attirato l’attenzione degli appassionati. Un’incontro a cui hanno partecipato anche numerosi passanti e che ha attirato anche l’attenzione dell’amministrazione con il vicesindaco, Fernando Masella, che ha interrotto la sua campagna elettorale (corre da candidato sindaco alle elezioni del prossimo 11 giugno) per incontrare i cittadini e i visitatori assieme all’assessore Roberto Izzo. Accompagnato dalla docente Vittoria Longo e da alcuni soci era presente anche il presidente dell’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie, il commendatore Giovanni Salemi, che si è congratulato per la decisione dell’amministrazione di ricordare i caduti dell’esercito napoletano auspicando l’ingresso della comunità di Pietramelara nel percorso culturale che annualmente ricorda i vinti del risorgimento come avviene a Capua ogni ottobre (celebrazione che arriverà, quest’anno, alla ventesima edizione). Dopo il monumento il gruppo si è recato nel cuore del borgo medievale di Pietramelara, anticamente circondato da 12 torri. La distruzione della città operata dagli Aragonesi il 13 marzo 1496 non rappresentò la fine del paese che venne riedificato lasciando testimonianze importanti come il Palazzo Ducale (all’esterno una lapide ricorda la visita, nel 1855, del Re Ferdinando II di Borbone), l’ex convento si Sant’Agostino (che oggi ospita il Comune) e la chiesta di San Rocco.

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