CLAN AMATO: NUOVO PROCESSO PER USURA, ESTORSIONI E TENTATO OMICIDIO

La Cassazione dispone un Appello bis per quattro imputati. Condanna definitiva per Pasquale Russo.

La Corte di Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio per la rideterminazione delle pene nei confronti di quattro esponenti del clan Amato: Gabriele Consolazio, Fatos Hasbajrami detto ‘Andrea’, Franco Iorio alias ‘Jolly’ e Simmaco Maio. Confermata, invece, la condanna per Pasquale Russo.

Gli imputati erano stati accusati a vario titolo di reati gravi, tra cui estorsioni, usura, detenzione illecita di armi, droga, falso in atto pubblico, violenza privata, danneggiamento e il tentato omicidio di Masino Del Gaudio.

 

Le decisioni della Cassazione

La sesta sezione della Suprema Corte, presieduta da Pierluigi Di Stefano, ha accolto i ricorsi proposti dagli imputati contro la sentenza della Corte di Appello di Napoli, che a sua volta aveva parzialmente riformato il verdetto di primo grado emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

 

Le nuove pene stabilite sono:

  • 1 anno e 6 mesi di reclusione per Gabriele Consolazio;

 

  • 18 anni e 6 mesi complessivi per Fatos Hasbajrami;

 

  • 2 anni di reclusione per Franco Iorio;

 

  • 8 anni di reclusione per Simmaco Maio;

 

  • 7 anni e 6 mesi di reclusione, confermati, per Pasquale Russo.

I difensori degli imputati, Flavio Nicolosi, Goffredo Grasso, Angelo Raucci e Valerio Spigarelli, hanno contestato le decisioni del secondo grado, evidenziando lacune nelle prove e vizi procedurali.

 

Il caso delle false dichiarazioni

Consolazio e Iorio sono stati accusati di falso in atto pubblico con l’aggravante di aver agevolato il clan Amato. La vicenda riguarda documenti falsificati dall’avvocato Mariarosaria Galli Della Loggia e da Rosa e Salvatore Amato, utilizzati per coprire le responsabilità di Hasbajrami e altri imputati dopo un raid contro il clan rivale dei Paolella.

In particolare, il raid, ordinato da Salvatore Amato, era stato organizzato in ritorsione all’incendio di un’auto appartenente a Manola Del Gaudio, sentimentalmente legata a Hasbajrami. Le dichiarazioni falsificate attribuivano ai Paolella la responsabilità dell’aggressione, presentando gli uomini del clan Amato come difensori.

Rosa Amato ha ammesso di aver reclutato persone vicine al clan e di aver completato le dichiarazioni predisposte dal legale. Per la Cassazione, tuttavia, il contributo di Consolazio e Iorio è apparso lacunoso, rendendo necessario un nuovo giudizio.

 

Il tentato omicidio di Masino Del Gaudio

Fatos Hasbajrami è accusato di aver partecipato al tentato omicidio di Masino Del Gaudio. Tuttavia, permangono dubbi sul suo ruolo effettivo: semplice supporto tecnico o esecutore materiale. La Cassazione ha ritenuto necessaria una nuova valutazione, annullando la pronuncia di secondo grado.

 

La posizione di Simmaco Maio e Pasquale Russo

Per Simmaco Maio, è stata riconosciuta la partecipazione esterna al clan, ma il reato di truffa aggravata ai danni del Monopolio di Stato, legato alla creazione di slot machine clonate e falsi nulla osta, è stato dichiarato prescritto. Rimane aperta la questione del suo contributo al reato associativo.

Per Pasquale Russo, accusato di associazione mafiosa, usura e detenzione illecita di armi, la Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso, confermando la pena di 7 anni e 6 mesi di reclusione.

La vicenda del clan Amato rimane al centro di uno scenario complesso, fatto di violenza, ritorsioni e manipolazione della giustizia. Con l’Appello bis disposto dalla Cassazione, si attende ora una nuova valutazione dei fatti per alcuni degli imputati, mentre per altri le condanne risultano definitive.