Il Regno Unito riconoscerà ufficialmente a settembre lo Stato di Palestina, se Israele non accetterà un cessate il fuoco duraturo a Gaza e misure di pacificazione. Lo ha annunciato il premier britannico Keir Starmer, segnando una svolta nella politica estera del Regno Unito.
La decisione s’inserisce in un contesto diplomatico europeo sempre più favorevole al riconoscimento: la Francia ha già confermato il proprio sostegno, mentre Malta e altri Stati dell’Unione europea stanno valutando mosse simili. Il gesto britannico, tuttavia, è legato a condizioni precise imposte a Israele.
Le condizioni poste da Londra
Starmer ha reso note le condizioni in una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri, tenutasi nonostante la pausa estiva. Il Regno Unito riconoscerà lo Stato di Palestina se Israele accetterà un cessate il fuoco immediato a Gaza. Altra condizione per evitare il riconoscimento sarà quella di consentire all’ONU di far arrivare aiuti umanitari nella Striscia. Israele dovrà rinunciare anche ai piani di annessione in Cisgiordania ed avviare un processo politico credibile verso la soluzione a due Stati.
La mossa risponde anche a una crescente pressione interna. Le immagini dalla Striscia di Gaza, con morte e distruzione diffuse, dove si rischia una carestia, stanno turbando l’opinione pubblica britannica.
Netanyahu: “Si premia Hamas, si puniscono le vittime”
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha criticato duramente la posizione di Londra. Secondo lui, Starmer premierebbe Hamas e punirebbe le vittime, aggiungendo che il riconoscimento comprometterebbe ogni negoziato e ostacolerebbe la liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti. Un’idea, questa, duramente criticata da numerosi Stati sparsi nei cinque continenti.
Al contrario, Starmer ha difeso la scelta parlando di “un diritto inalienabile del popolo palestinese”, sottolineando come il Regno Unito intenda usare lo strumento diplomatico per rilanciare un processo di pace, ormai fermo da anni.
Il colloquio con Trump e le ambiguità americane
Lunedì scorso, Starmer ha discusso della crisi anche con il Presidente statunitense Donald Trump in un incontro avvenuto in Scozia. Trump ha dichiarato di “non avere nulla in contrario” alla posizione britannica, affermando che Starmer è libero di “prendere posizione” sullo Stato di Palestina.
Tuttavia, al rientro negli Stati Uniti, Trump ha precisato che il riconoscimento non è stato oggetto di discussione tra i due leader. “Non abbiamo alcuna opinione al riguardo”, ha detto ai giornalisti, lasciando così una certa ambiguità nella linea americana sul tema.
Uno scenario in rapido cambiamento
Il riconoscimento da parte del Regno Unito segnerebbe una svolta simbolica, ma significativa nella crisi israelo-palestinese. Potrebbe aprire la strada a un’ondata di riconoscimenti da parte di altri Stati occidentali, accrescendo l’isolamento diplomatico del governo Netanyahu.
In parallelo, la crisi umanitaria a Gaza peggiora. Le Nazioni Unite parlano di decine di migliaia di vittime e lanciano continui appelli per l’ingresso di aiuti. Nelle stesse ore in cui Londra ha comunicato la sua posizione, due aerei tedeschi sono partiti verso il Medio Oriente con carichi di beni di prima necessità.
Il mondo intero continua, dunque, a guardare al Medio Oriente con apprensione e a tutte le altre guerre spesso dimenticate nel resto del globo: non meno cruente, non meno tragiche, non meno degne d’attenzione internazionale.