Il Presidente russo Vladimir Putin incontrerà il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump il prossimo 15 agosto in Alaska. L’annuncio è arrivato direttamente da Trump attraverso il suo social Truth oggi alle ore 00.03 italiane. Il summit, atteso a livello internazionale, dunque, non si terrà a Roma come inizialmente ipotizzato.
La posizione di Mosca
Il Cremlino ha escluso l’Italia dalla lista delle possibili sedi, ritenendo il Paese “troppo schierato con Kiev” e dunque non neutrale per un confronto di alto livello. La posizione italiana sul conflitto in Ucraina, consolidata da aiuti militari e sostegno politico a Kyiv, è considerata da Mosca incompatibile con l’idea di un tavolo di trattative equilibrato.
Il nodo legale
Alla valutazione politica si aggiunge un ostacolo giuridico. Su Putin pende infatti un mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale per presunti crimini di guerra. L’Italia, essendo Stato parte dello Statuto di Roma, avrebbe l’obbligo di eseguire tale mandato qualora il presidente russo mettesse piede sul territorio nazionale. Una circostanza che avrebbe reso logisticamente e diplomaticamente complessa la scelta di Roma.
Un piano di tregua sul tavolo
Secondo indiscrezioni riportate da fonti statunitensi, al vertice in Alaska potrebbe essere discusso un piano di tregua condizionato. La proposta prevede la cessazione delle ostilità in cambio del riconoscimento della Crimea e delle regioni del Donbass come parte della Federazione Russa. Si tratta di un’ipotesi controversa, che incontrerebbe la ferma opposizione di Kyiv e di molti alleati occidentali.
Un incontro ad alta tensione
La scelta dell’Alaska come sede è simbolica e pratica: territorio statunitense, ma relativamente vicino alla Russia, con minori implicazioni legali e logistiche. L’appuntamento del 15 agosto si preannuncia carico di tensione e attenzione mediatica, con possibili ripercussioni sul quadro geopolitico globale. La speranza è che per questo conflitto, iniziato il 24 febbraio 2022, quando la Russia invase l’Ucraina, si trovi finalmente una soluzione che porti alla fine delle ostilità che hanno causato decine di migliaia di vittime e gravi conseguenze economiche e sociali a livello mondiale.