Riceviamo dal Gruppo di lavoro 31 agosto la seguente nota.
“Il 7 luglio 2023, la direttrice della Reggia annunciò il progetto di abbattere i 750 lecci che costituiscono i due filari interni dei quattro che affiancano la” via d’Acqua” nel parco reale creando l’iconica prospettiva verde voluta da Luigi Vanvitelli e quindi nota ed ammirata in tutto il mondo.
Presupposto di questo incredibile progetto, uno studio affidato a consulenti esterni secondo cui sarebbero irrimediabilmente malati e quindi da abbattere ben 645 dei che 750 lecci costituenti quei due filari cioè una percentuale pari all’85%.
Malgrado il progetto fosse annunciato d’imminente realizzazione, siano riusciti a sollecitare una forte e diffusa opposizione allo stesso da parte di addetti ai lavori, associazioni ambientaliste, gruppi social di sostegno alla Reggia e collettività cittadina nonché da questo comitato.
Tra le altre azioni poste in essere per contrastare questo progetto pronto ad essere avviato due ricognizioni peritali sulle piante di lecci per accertarne le effettive condizioni di salute.
Un primo studio effettuato da BENECOM – Consorzio universitario per la ricerca – di cui è presidente il Prof. Carmine Gambardella, cattedra UNESCO, effettuato con mezzo aereo dotato di sofisticate apparecchiature elettroniche scientifiche da cui è emerso che:
– il 6,9% dei lecci presenta un elevato di stress (soggetti da abbattere),
– il 15,3% è in buona salute,
– il 77,8% e in ottima salute.
Una seconda perizia è stata effettuata da tecnici agronomi e forestali di associazioni ambientaliste attraverso una ricognizione sul campo in più fasi e autorizzata dalla stessa DG della Reggia – che con verifiche a terra ed osservazioni anche strumentali pianta per pianta ha prodotto il seguente risultato: i lecci irreversibilmente malati e quindi da battere non superano la percentuale del 10%.
Dunque da entrambe le indagini emerge una macroscopica differenza tra la condizione generale di salute dei lecci con quella risultante ai tecnici incaricati dalla DG della Reggia che mette quindi in discussione il presupposto stesso di tutto il progetto.
Infatti secondo le suddette indagini non troverebbe alcuna giustificazione il progettato abbattimento di ben 750 lecci che produrrebbe quindi soltanto i seguenti danni:
– una ingente e ingiustificata spesa economica.
– un’alterazione dell’architettura verde del Parco reale di Caserta che si protrarrebbe almeno per una generazione con intuibili negativi esiti sui flussi turistici e quindi anche sull’economia del territorio casertano;
– un notevole danno ambientale in quanto dall’abbattimento di 750 alberi inciderebbe notevolmente sulla qualità dell’aria circostante e ciò è oltremodo importante perché quegli alberi sono vicinissimi a una zona della città di Caserta caratterizzata da plessi scolastici e dall’ospedale civile.
Non può essere trascurato che la Soprintendenza di Caserta e Benevento si limita ad una “presa d’atto” di tal progetto: ha precisato che esso comporterebbe però “perdita dei valori storici e paesaggistici che costituiscono testimonianza dell’arte del verde storico, nonché il completo sconvolgimento dell’armonia vanvitelliana” e perciò raccomanda che “l’attuazione del progetto avvenga attraverso un cronoprogramma dei lavori opportunamente diluito negli anni ciò al fine di limitare la perdita dei valori storici del parco e paesaggistici che l’impianto costituito dai lecci ha acquisito negli anni”.
Da segnalare altresì che anche il Comitato tecnico scientifico presso il MiC cui è stato chiesto un parere consultivo, pur dichiarandosi favorevole al progetto di abbattimento ha messo in debito rilievo l’aspetto di forte impatto ambientale di tale soluzione prevedendone comunque eventualmente la realizzazione dilazionata in 18 mesi.
Infine va rilevato che, l’eventuale sostituzione dei lecci, avverrebbe con esemplari non autoctoni, molto giovani in quanto querce adulte coetanee non sono reperibili sul mercato.
Inoltre ritrovarsi con 750 giovani alberi significherebbe che per un lunghissimo periodo di anni il parco della Reggia di Caserta sarebbe privata della sua scenografica prospettiva dei filari di lecci voluta dal Vanvitelli.
Sul tema sono state presentate diverse interrogazioni parlamentari.
Purtroppo, quando sembrava che il suddetto deprecabile progetto fosse stato accantonato, si viene a sapere da fonti certe che inizierà a brevissimo l’abbattimento dei 750 lecci secolari per usufruire comunque dei fondi PNRR”.