Caserta e la classifica del Sole 24 Ore: l’eterno ritorno del “profondo blu”

Tra post e promesse, la realtà resta ferma.

Ogni anno, puntuale come un rituale, arriva la classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane. E ogni anno, immancabilmente, Caserta si ritrova a navigare nelle ultime posizioni. Non è una sorpresa, non è un incidente, non è una fluttuazione statistica: è una costante che si ripete da troppo tempo. Eppure, nonostante l’evidenza dei numeri, lo spartito pubblico sembra immutabile. Le pagine social istituzionali si riempiono di annunci, contenuti patinati, video motivazionali e slogan che promettono rinascite, svolte, progetti “epocali”. Ma quando arriva il momento dell’analisi vera, quando i dati fotografano la realtà del territorio, improvvisamente cala il silenzio. Si sorvola. Si minimizza. Si passa oltre. La provincia di Caserta continua a scontare ritardi strutturali che vanno dalla mobilità alla sicurezza, dalla qualità dei servizi alla vivibilità urbana, fino alla scarsa attrattività per imprese, giovani professionisti e investimenti. Tutto questo non può essere ignorato o mascherato dietro un’efficace strategia social. Per migliorare, serve innanzitutto il coraggio di riconoscere i problemi. E invece, ogni anno, assistiamo a un paradosso comunicativo: un territorio che comunica come se fosse in piena rinascita, mentre i dati raccontano tutt’altro. Ciò che colpisce non è tanto la posizione in classifica, quanto l’assenza di un dibattito pubblico serio. Nessun amministratore che dica: “Siamo indietro. Ecco le nostre responsabilità. Ecco cosa cambieremo, concretamente.” La politica casertana e regionale sembra soffrire una certa allergia all’autocritica, preferendo la comfort zone della narrazione positiva, che garantisce consenso immediato ma non produce sviluppo. Eppure, Caserta non è condannata a restare in fondo alle classifiche. Ha potenzialità enormi: un patrimonio storico sottovalutato, un tessuto produttivo che resiste, risorse culturali, una posizione strategica nel cuore della Campania. Ciò che manca è una visione coordinata e un investimento sistematico sulla qualità della vita: mobilità, sicurezza, servizi pubblici, politiche giovanili, attrazione di imprese, rigenerazione urbana. Per risalire, occorre un approccio radicalmente diverso: meno storytelling e più pianificazione; meno autocelebrazione e più responsabilità. La provincia di Caserta merita molto di più di un’operazione cosmetica sui social. Merita una classe dirigente capace di leggere i dati, affrontare i problemi e costruire un futuro credibile. Fino a quando ciò non accadrà, continueremo a vedere lo stesso copione: classifiche negative, indignazione di qualche giorno, e poi un ritorno al consueto flusso di post entusiastici scollegati dalla realtà. Per andare oltre i post patinati, servono azioni concrete da parte degli assessorati competenti  dai Comuni, alla Provincia, fino alla Regione  che devono lavorare in modo coordinato su urbanistica e pianificazione, trasporti e mobilità, ambiente e qualità urbana, spazi pubblici, servizi sociali e sicurezza, sviluppo economico e politiche giovanili. Sono questi gli assi portanti che incidono davvero sulla qualità della vita. Senza un impegno serio e continuativo su questi dossier, ogni anno torneremo a occupare le ultime posizioni, mentre la comunicazione resterà solo fumo sui social.

 

 

Qualità della vita a Caserta 2025 101° posto su 107 Province fonte Il Sole 24 ore.