Il Festival delle Filosofie 2025, nell’ambito degli eventi di Agrigento Capitale della Cultura, si è chiuso lasciando un’impressione nitida: quando la filosofia incontra i luoghi e le comunità, non resta teoria, ma diventa esperienza civile. L’edizione di quest’anno, dedicata a “Empedocle” e alla sua costellazione concettuale -i quattro elementi, la ciclicità cosmica, il gioco tra Armonia e Conflitto -ha trasformato per tre settimane la città in un laboratorio diffuso di pensiero. Le giornate sono state scandite da un percorso tematico che ha attraversato gli “elementi” empedoclei: aria, acqua, terra e fuoco, ciascuno declinato in una chiave contemporanea. Dibattiti sull’identità, incontri sul rapporto uomo-natura, riflessioni sulla crisi ecologica, esperienze di filosofia applicata e percorsi di public engagement hanno permesso a cittadini, studenti e visitatori di muoversi tra radici antiche e domande modernissime.
Molti gli ospiti intervenuti nel corso dell’edizione: studiose e studiosi come Chiara Agnello, Igor Agostini, Laura Barreca, Laura Anello, Salvatore Di Piazza, Patrizia Laspia, Loredana Cardullo, Paolo Colizzi, Silvano Tagliagambe, Franco Giudice e Valentina Porcheddu hanno offerto letture diverse del pensiero antico e del suo legame con le sfide del presente, intrecciando filosofia, arte, storia, comunicazione e antropologia culturale. La pluralità delle voci è stata uno dei tratti distintivi dell’edizione, che ha puntato sulla contaminazione disciplinare come strumento di comprensione della complessità. Un ruolo centrale nell’organizzazione e nell’impianto scientifico del Festival lo ha avuto Giuseppe Girgenti, direttore scientifico insieme a Flavia Frisone. Girgenti -noto studioso del pensiero antico e della tradizione platonica e professore di storia della filosofia antica l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano-ha contribuito a definire la cornice teorica degli incontri e ha guidato alcuni dei momenti più attesi. Nel giorno inaugurale, alla Biblioteca Lucchesiana, ha tenuto la lectio “La musa sicula: Empedocle, poeta, filosofo e mistico”, un intervento che ha intrecciato filologia, metafisica e spiritualità antica, mostrando la pluralità della figura empedoclea. Nei giorni successivi ha partecipato a ulteriori appuntamenti, tra cui l’incontro “Uno, centomila. Da Empedocle a Pirandello”, ospitato al Liceo classico “Empedocle”, dove ha tracciato un percorso originale tra il pensatore agrigentino e l’autore dei Quaderni di Serafino Gubbio, mettendo in dialogo mito, identità e metamorfosi dell’io. La sua presenza, discreta ma autorevole, ha fornito continuità intellettuale all’intera manifestazione, che si è conclusa con l’intervento di Angelo Tonelli, massimo esperto di Empedocle.
Il festival ha registrato una partecipazione ampia: studenti delle scuole e delle università, cittadini, associazioni culturali e numerosi visitatori attratti dal richiamo della filosofia in un contesto così profondamente legato al Mediterraneo antico. Agrigento si è rivelata non solo uno sfondo scenografico, ma un vero interlocutore: la Valle dei Templi, le biblioteche storiche, i musei, i licei e gli spazi cittadini hanno accolto gli incontri come parte di una conversazione più ampia tra eredità classica e responsabilità contemporanee.
A conclusione dell’edizione, rimane l’impressione di un festival capace di offrire strumenti di lettura critica del mondo: la filosofia non come disciplina museale, ma come pratica viva, dialogica, comunitaria. E rimane anche la sensazione che la città, per tre settimane, abbia respirato secondo il ritmo degli elementi empedoclei, lasciando che aria, acqua, terra e fuoco diventassero voci con cui interrogare il presente.
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