Alleanza Verdi e Sinistra ha depositato in Parlamento una proposta di legge, primi firmatari Fratoianni e Bonelli, per agganciare automaticamente gli stipendi all’inflazione, ogni anno, con un meccanismo trasparente:
ogni settembre il governo dovrebbe adeguare i salari (pubblici e privati) in base all’inflazione reale, usando l’indice IPCA, l’indicatore usato in Europa per misurare l’inflazione.
Per i lavoratori pubblici il costo stimato è di 2 miliardi l’anno, finanziati con una tassa sulle plusvalenze finanziarie, gli extra profitti delle grandi imprese.
Dal 2019 i salari hanno perso l’11,5% di potere d’acquisto mentre i fatturati delle grandi imprese sono saliti del 34%.
Non solo, dal 1990 i salari reali in Italia sono calati del 2,9%, mentre nel resto dell’area Ocse sono saliti del 22%.
Salari in linea con l’inflazione possono contribuire a sostenere i consumi e aiutare perciò la crescita economica.
Un adeguamento annuale dei salari non alimenterà l’inflazione, semmai fermerà il crescente fenomeno del lavoro povero,cioe’ un lavoro il cui compenso non ti permette di vivere dignitosamente. Una situazione non più sostenibile cui questa proposta prova a indicare una via d’uscita e che confidiamo possa registrare la convergenza delle forze del campo progressista.