Caserta. Si e’ chiusa la polemica che ha recentemente animato il Condomino Residenziale II Parco Pezzillo al Viale Lincoln 217 per l’ingresso di nuovi condomini al piano terra della scala B.
Niente di nuovo se non fosse stato che il gruppo di nuovi inquilini ,composto da 5 Africani immigrati, ha suscitato le perplessita’ e i timori di qualche residente che , pare, non avrebbe visto di buon occhio l’arrivo dei nuovi vicini di casa , alloggiati nell’appartamento in questione dalla Caritas Diocesana di cui e’ Presidente Don Antonello Giannotti.
E , alla fine, a dispetto dei pregiudizi e del finto conformismo, si e’ fatta luce e chiarezza su di una bella pagina di storia casertana che porta la firma della Caritas Diocesana di Caserta.
Ma procediamo con ordine.
Nelle scorse settimane , durante l’Assemblea Condominiale, un gruppo di condomini del II Parco Pezzillo aveva chiesto all’Amministratrice , Dott.ssa Mirella Ascione, di avere dalla Caritas Diocesana informazioni sui nuovi 5 inquilini immigrati che , secondo alcuni, avrebbero potuto creare problemi di sicurezza all’interno del complesso residenziale. Alcuni condomini , in particolare , avevano denunciato la sovrappopolazione della casa.
Immediata la risposta della Caritas Diocesana attraverso Gianluca Castaldi Responsabile Area Immigrazione Caritas di Caserta.
I 5 africani immigrati alloggiati nell’appartamento di Viale Lincoln al n. 217 sono inseriti nell’ambito del progetto ” Work Out” , un’azione di intervento per la tutela di stranieri vittime di sfruttamento lavorativo e di capolarato finanziato dalla CEI – Conferenza Episcopale Italiana – , gestito e amministrato dalla Caritas Diocesana di Caserta , e coordinato da un Protocollo di Collaborazione con la Procura di Santa Maria Capua Vetere.
L’appartamento, dunque, e’ una casa di accoglienza Caritas nel progetto Work Out gestita da due operatori: Gianluca Castaldi e Nuhu Osman, mediatore culturale della Caritas e responsabile dell’appartamento
Gli ospiti del progetto sono stranieri , come si diceva, vittime di sfruttamento lavorativo e/o capolarato, reato punibile per legge secondo il codice penale – articolo 603bis c.p.- , e che , in seguito alla loro denuncia , hanno intrapreso un periodo di tutela in quanto ritenuti soggetti vulnerabili. Alcuni di loro sono stati vittime di percosse , violenze, sfruttamento sistematico, abusi sessuali e intimidazioni sul posto di lavoro. Per queste ragioni, in seguito alla denuncia presso la Procura della Repubblica, il progetto WORK OUT della Caritas Diocesana ha avviato per loro un programma guidato di reinserimento socio-lavorativo . Gli ospiti, infatti, seguono corsi di italiano, partecipano a stage lavorativi e sono seguiti da un punto di vista psicologico e di mediazione culturale.
Nello specifico , il progetto e’ stato avviato nel 2013 e la sua sede di accoglienza si trovava in Piazza Sant’Anna al n.1 di Caserta. Tuttavia, visti gli ottimi risultati ottenuti dalle prime annualita’, su insistenza di Caritas Italiana, si e’ provveduto ad un suo ampliamento anche cercando un appartamento piu’ vasto e piu’ consono allo svolgimento delle attivita’ residenziali.
La casa conta solo 6 posti letto e attualmente gli ospiti sono 5 , piu’ uno che ha appena terminato uno stage di formazione professionale a San Pietro Infine e che dovra’ ripartire a breve quando il suo stage riprendera’.
Nessun sovrappopolamento dell’appartamento, dunque , come precisa Gianluca Castaldi : ai beneficiari e’ consentito ricevere visite di amici e conoscenti come si permetterebbe a qualsiasi persona residente in qualsiasi appartamento.
La Caritas di Don Antonello ha spezzato i muri della paura dei residenti del parco anche per quanto riguarda i problemi di sicurezza lamentati da alcuni di loro.
” Gli utenti – dice Gianluca Castaldi – sono selezionati e monitorati. Il loro percorso di reinserimento socio-lavorativo comporta inevitabilmente dei costi e si cerca, percio’, di investire solo su chi sia genuinamente motivato. La casa di accoglienza aperta nel gennaio 2017 ma inaugurata ufficialmente in data 10 marzo 2017 con la presenza del Procuratore Capo Maria Antonietta Troncone e con la Caritas Italiana ha regole comportamentali ben precise a cui gli ospiti si devono attenere “.
” Crediamo – conclude Castaldi – che il modo migliore di chiarire ogni dubbio e dissipare le paure sia l’incontro con i beneficiari del progetto , che seppure provenienti da una cultura diversa, sono persone cordiali , gentili ed ospitali secondo la migliore tradizione africana”.