A cavallo dell’immacolata, precisamente dal sei all’otto dicembre, nel borgo Pirozza di Cervinara in provincia di Avellino, si svolgerà l’ottava edizione della festa del tartufo. Solitamente quando si parla di tartufo, la mente corre al Piemonte, alle Marche, all’Umbra o alla Toscana, ma non tutti sanno, che la Campania è patria di rinomati tartufi, particolarmente fiorenti e di alta qualità che si sviluppano in tutta la valle caudina fino ai monti del Partenio. Oltre alla zona avellinese è facile trovare tartufi anche sui monti del Faito e i monti circostanti il vallo del Diano, nella provincia beneventana e nell’alto casertano, che si sono riscoperte anch’esse patria di tartufi. Questa attività oramai arreca un gettito economico rilevante all’economia regionale campana arricchendo di profumi le pietanze sulle tavole di molti ristoranti. La varietà più conosciuta e rinomata di tartufo campano in virtù del suo aroma intenso è il Tuber mesentericum, è un tartufo nero cavato principalmente nella zona di bagnoli irpino da cui prende anche il nome di “Tartufo di Bagnoli Irpino”. I tartufi campani si compongono da diverse varietà, le principali sono: il Tuber aestivum, noto anche come scorzone, il Tuber borchii, detto anche tartufo bianchetto, il Tuber uncinatum, il Tuber moschatum, il Tuber brumale e il rinomato tartufo bianco Tuber magnatum Pico. Cervinara è un comune di poco più di ottomila abitanti, distribuiti tra centro cittadino e borghi periferici, tra cui il borgo Pirozza sede della sagra del tartufo, di tale borgo è originario anche il nostro direttore Fiore Marro.
L’organizzazione della sagra giunta alla settima edizione è stata ideata da un gruppo di giovani locali, con il sentimento e il proposito di rivitalizzare questo luogo un po’ dimenticato e un po’ bistrattato dalle amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, tante promesse, ma niente costrutto. Il comitato organizzatore formato da pochi e volenterosi giovani, autofinanziati si propongono anche il nobile scopo di rivalutare una cappella dedicata a S. Sebastiano martire, risalente al 1700, che fu inaugurata e benedetta dall’allora arcivescovo di Benevento, Vincenzo Maria Orsini, salito successivamente al soglio papale con il nome di Benedetto XIII°.
La cappella è stata per molti anni sede di una legnaia, i giovani del comitato Borgo Pirozza, si sono adoperati a svuotata e ripulirla, ponendosi come obiettivo il restauro conservativo della cappellina. I visitatori della sagra, troveranno specialità culinarie della tradizione gastronomica irpina, il gusto e i sapori di un tempo arricchiti dall’elemento principe della festa il tartufo nero locale, si potranno gustare: fettuccine, salsiccia, Formaggi aromatizzati, riso, baccalà, uova fritte al Tartufo e le immancabili bruschette etc. Inoltre gli avventori potranno godere della cultura e delle bellezze paesaggistiche, offerte dal territorio circostante. Le serate della festa verranno animate da spettacoli e attività per grandi e piccini, si alterneranno, artisti di strada, balletti, burattini, cultura e tanta musica popolare, che proietterà i visitatori nella suggestione degli antichi sapori e degli antichi sentori.