In viaggio ad alta velocità, ci è stata concessa un’intervista da Ciro Caravano, personaggio pacato e gentile, dai toni lenti e profondi, amante della musica di cui ne è raffinato conoscitore. Ricopre nell’ambito musicale vari ruoli, da arrangiatore a direttore di orchestra, da cantante a produttore, nonché anima dei Neri per Caso. Ci avviciniamo a questa intervista più sul piano di una cordiale chiacchierata, che di una reale intervista, in quanto ogni angolo della vita artistica di Ciro è già stato ampiamente esplorato in lungo e in largo.
Cosa ti ha ispirato e ti ha avvicinato alla musica?
Tutto è certamente nato dall’amore e la passione che avevano i miei genitori per la musica comprese le persone che frequentavano casa quando ero piccolo. A casa c’era un pianoforte e anche se mio padre grande appassionato di musica, preferiva la chitarra per esprimersi, utilizzava con i suoi amici il pianoforte per realizzare serate musicali, di cui io respiravo a pieno titolo l’atmosfera musicale che volente o nolente mi permeava e intanto come una spugna assorbivo quelle note, anche senza una vera consapevolezza. Mi sono poi convinto con gli anni, che questo avviene di più nelle case degli appassionati, che dei professionisti, infatti, mio padre si rilassava con la musica e anche senza imporci mai nulla è stato di esempio per la mia passione emergente. Sono convinto, che un musicista che ritorni a casa e si diletti con il giardinaggio, induca indirettamente la passione per il giardinaggio ai suoi figli, in quanto frutto di una passione reale per l’hobby che si conduce.
A che età hai appreso di avere questo orecchio assoluto
Quando ho iniziato a gestire per la prima volta il dettato melodico, che è l’esercizio dove ti si chiede di trascrivere le note, ovvero la melodia. Avevo sei anni e mi fu riferito di possedere l’orecchio assoluto, incuriosito chiesi cos’era, mi fu riferito, che potevo riconoscere in modo esatto le singole altezze di suoni o tonalità senza comparazioni esterne. Riconoscevo le note così come erano. In quel caso però ho scoperto, non che avevo l’orecchio assoluto, ma in verità mi sono accorto, che gli altri non lo possedevano, per me era una cosa naturale, come distinguere i colori.
Come si è formato il vostro gruppo?
È stato il naturale evolversi della nostra lunghissima amicizia. Della formazione oltre a mio fratello, fanno parte, due cugini oltre a Massimo e Mario ex compagni di scuola e amici di compagnia. Con loro abbiamo iniziato presto fin dai Crecason. Crescendo, con noi sono cresciute letteralmente l’amicizia e la passione, iniziando di fatto a suonare in gruppo.
Il sodalizio vincente con un maestro della musica italiana, Claudio Mattone, come è nato?
Parlando del maestro Mattone il volto di Ciro si apre in un sorriso, per i bei ricordi che gli sovvengono, infatti stiamo parlando di uno dei più grandi musicisti, produttori e compositori del dopoguerra. Tra le sue composizioni ci sono pilastri della musica leggera italiana, in pratica quasi tutti i cantanti italiani, hanno portato al successo un motivo del maestro Mattone, che era nato a santa Maria a Vico in provincia di Caserta, anche se aveva vissuto la prima parte della sua vita a Napoli prima di trasferirsi a Roma dove vive tuttora. Ciro, ricorda che Claudio, era figlio di un ingegnere delle ferrovie, giusto per essere in tema con il mezzo di trasporto odierno. Il sodalizio con Mattone, ci riferisce il nostro interlocutore, è nato per un fortunato incrocio di amicizie. Ciro Lavorava con Stefano Palatresi, altro grande musicista del panorama musicale italiano.
Trovandomi a lavorare in una trasmissione dove il maestro Mattone ne era l’autore musicale, in breve riconobbe le mie qualità e mi propose di realizzare le musiche dei balletti quindi, di fatto mi assunse e mi tenne con sé. A seguito di questa conoscenza, feci conoscere a Claudio il gruppo in cui suonavo a Salerno, lui si innamorò subito di questa novità, e riuscì a tirare fuori da noi cose, che neppure noi pensavamo di possedere. Da lì a poco mattone compose la canzone “le Ragazze” che i neonati “Neri per caso”, cantarono a cappella senza orchestra, trionfando nel San Remo del 1995.
Come avete vissuto il grande successo e la notorietà, che vi ha dato il festival?
All’improvviso cambia tutto, la nostra formula ovviamente fu la nostra fortuna, ma anche essere un gruppo, ci ha aiutato a gestire il successo dividendoci in parti uguali le fortune, la notorietà, ma anche lo stress che ne deriva, senza concentrare l’attenzione sul singolo. Vivendo in un gruppo, anche le cose più assurde diventavano meno scioccanti, perché si rideva su tutto, continuando così a divertirci. Facendo mente locale, Ciro ci racconta che, succedevano cose assurde come quella volta, che dovettero allontanarsi in un mezzo dei vigili del fuoco per evitare la folla assiepante della piazza. Alla fine dei concerti nei primi anni dopo il San Remo, c’era sempre un assalto degli ammiratori, la cosa ci spiazzava, fino poi a divenire fortunatamente la normalità del momento. Successivamente ci si abitua a tutto anche ad essere circondati dalle persone, che cercavano un contatto e che in pratica ci facevano ondeggiare come privi di gravità insieme a loro. Inevitabilmente queste cose comunque ti cambiano la vita, anzi se sei da solo forse ti fanno più impressione, invece in gruppo tutto è più positivo.
Quando si è in gruppo possono sorgere contrasti a voi è accaduto?
Certo, sarebbe spaventoso se non accadesse di dissentire tra di noi, a me farebbe più paura un gruppo, che va sempre d’accordo.
La vostra collaborazione con la Gialappa’s Band, come è nata?
Il tutto è nato da Mai dire Goal, dove siamo stati i primi ospiti musicali e da quelle trasmissioni, con nostra piacevole sorpresa venivamo imitati da importanti artisti, come ad esempio Aldo, Giovanni e Giacomo, Albanese, Teo Teocoli. Essere imitati dai nostri idoli, è stato spettacolare. Oggi la nostra amicizia, con i Gialappa’s Band continua su TV8, con il Gialappa’s Show condotto da Michele Forest, con cui è appena partita la nuova edizione.
Avete mai pensato alla conduzione di uno show televisivo tutto vostro?
Ci abbiamo pensato, anche se ci è già capitato in misura minore, stiamo comunque lavorando ad un progetto a cui stiamo pensando da tempo. C’è una bella idea che speriamo di portare alla luce.
Terminiamo, con qualche curiosità personale. In generale qual è la tua canzone preferita, in assoluto?
È una domanda difficile, ma in generale viene fuori quello che è il mio amore della musica classica e quindi il più grande compositore di tutti i tempi Johann Sebastian Bach e la più sinfonica di tutte le sue opere è: Ricercare a 6 voci, dall’Offerta musicale. A mio giudizio il picco massimo della polifonia, nella musica classica, solitamente mi ci perdo nell’ascolto. Amo in generale, ovviamente dato il mio ruolo, tutta la musica se fatta bene, con un’intenzione e con emozione. Mi piace anche il jazz, la musica brasiliana, e tutta la produzione di World Music, dalle voci bulgare fino all’ultimo cantautore brasiliano, ne conosco tantissime e c’è l’imbarazzo della scelta, ma lasciatemi dire, Johann Sebastian Bach è una spanna sopra a tutti.
Se dico Tv che trasmissione ti viene in mente oltre a quelle a cui hai partecipato.
Sono un amante dei Simpson e The Big Bang Theory, per le battute ficcanti e per il loro modo apparentemente sciatto di far comicità ad alto livello. Inserendo nelle loro storie riferimenti a personaggi e accadimenti importanti.
Cosa ti rilassa terminato il lavoro?
Sono appassionato di editing e di produzione video, sempre affiancandoli al discorso musicale, ma i video, che sono un’altra cosa rispetto alla musica, mi affascinano proprio per il fatto di non esserne esperto.
Il continuo viaggiare per lavoro come è visto in famiglia?
Diciamo, che non ho esigenza almeno ora, di stare via tanti giorni, l’allontanamento dalla famiglia spesso si limita a pochi giorni, quindi non si tratta mai di un vero e reale distacco. Poi sempre per lavoro resto a casa per periodi prolungati e questo compensa i viaggi. Anche se oramai a casa si sono abituati a questo mio ritmo viaggiante.
Oltre alla trasmissione televisiva, quali sono stati gli impegni ultimi?
Abbiamo intrapreso questa serie di registrazione per Tv8 con la Gialappa’s band, ma contemporaneamente stiamo comunque facendo concerti tra i quali più recenti sono stati in Puglia e Basilicata, mentre il prossimo week end saremo in Trentino alto Adige. Gli impegni per fortuna sono tanti, ci muoviamo anche con la Feniarco che è la Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali, che conta oltre 2800 cori iscritti e 150.000 tra cantori e collaboratori.
La chiacchierata con Ciro è stata davvero piacevole e il tempo è letteralmente volato via veloce, vuoi per il comodo Frecciarossa, vuoi per la simpatia e l’apparente semplicità dell’intervistato. Un personaggio davvero eccezionale, con una cultura musicale enorme.