Estremamente partecipato e coinvolgente l’incontro svoltosi venerdì 23 novembre 2024 presso la Chiesa Madre di S. Maria Assunta a Santa Maria a Vico (CE), in occasione della presentazione dell’ultima fatica del prof Bartolomeo Valentino: “Dietro le quinte del conflitto Russo-Ucraino” (Putin e Zelensky: due personalità incompatibili), Ed. la valle del tempo.
Putin e Zelensky, due fisionomie a confronto, due morfologie non componibili e divisive, capaci tuttavia di tratteggiare il volto della nostra epoca.
La stringente attualità storica dei temi, che il libro di Valentino sollecita, è emersa anche nel dibattito, in cui, da parte di alcuni presenti in sala, l’opposizione ideologica è stata espressa con radicalità ed emozionalità.
A tal proposito bisogna evidenziare il puntuale intervento di Fiore Marro, giornalista e scrittore, che inizialmente ha sottolineato il potere mediatico del mainstream, la cui narrazione uniformante vuole un Putin/cattivo opposto ad un Zelesnsky/buono: meccanismi di propaganda non nuovi nella Storia. Marro ha ricordato, ad esempio, come nel 1858 Ferdinando di Borbone fu soprannominato “negazione di Dio”, da chi voleva giustificare la sua azione contro il Regno delle Due Sicilie, di cui Ferdinando era sovrano. “In realtà – spiega il direttore di Belvedere News – gli “imperi” hanno modus operandi simili. Putin è stato costretto ad agire perché ha considerato una minaccia il mancato rispetto da parte della NATO degli accordi in cui si assicurava che i paesi del Patto Atlantico non avrebbero costruito le loro basi militari in prossimità dei confini russi, anzi dopo la caduta del Muro di Berlino (1989) i leader dei maggiori paesi della Nato avevano promesso a Mosca che l’Alleanza atlantica non sarebbe avanzata verso Est «neppure di un centimetro». Il tutto smentito dai fatti. Allo stesso modo agirono gli americani nel 1962 dopo che il leader sovietico Nikita Chruščёv decise di posizionare missili con testata nucleare a Cuba; gli Stati Uniti imposero il 24 ottobre un blocco navale militare per impedire l’arrivo di nuovi missili nell’isola, rischiando che la crisi precipitasse in una guerra mondiale”.
Si è ben distinta Lucia Sforza, giovane redattrice di Belvedere News e moderatrice dell’evento, che ha saputo vivacizzare culturalmente la discussione riassumendo le curiosità del pubblico presente nella sala in due domande: “In cosa differiscono le teorie lombrosiane da quelle della morfopsicologia? Quest’ultima è annoverata tra le discipline mediche?”
Dirimente alla risoluzione dei quesiti posti è stato il prezioso contributo dato dal prof. Luigi Di Nuzzo.
Le teorie Lombrosiane, figlie del positivismo ottocentesco e del determinismo biologico, affermano che un individuo criminale possiede caratteristiche anatomiche, frutto di anomalie e atavismi, che ne determinano il comportamento. L’anatomia del corpo determina la psicologia dell’individuo.
La morfopsicologia attua invece il processo contrario, in quanto attraverso lo studio morfologico del viso deduce lo stato fisiologico e psicologico del paziente. Un esempio forse banale: un viso gonfio può far pensare a malattie come allergie, oppure come la sindrome di Cushing; ma può far pensare anche ad un eccesso di produzione del cortisolo attivata da uno stato di agitazione.
La morfopsicologia è considerata una scienza dal 1937, quando il Dr. Louis Corman ha scoperto le leggi che la regolano.
Meritatissimo plauso a Michail Benois Letizià, organizzatore dell’evento, che si riconferma pietra miliare del mondo culturale casertano.
