Come già anticipato ieri, Regno Unito, Canada ed Australia riconoscono ufficialmente lo Stato della Palestina. Ciò che era stato anticipato in estate è realtà oggi stesso.
Ad oggi sono più di 150 le Nazioni che già riconoscono la Palestina.

Non si fa aspettare la reazione sionista: il primo ministro israeliano tuona che non ci sarà uno stato Palestinese, poi si vanta del fatto che durante il suo mandato sono raddoppiati gli insediamenti in terra palestinese (giudicati illegali dall’ONU) e infine comunica che la risposta del suo governo al riconoscimento non si farà attendere molto e la conosceremo al suo ritorno dal viaggio negli USA. Ci aspettiamo sicuramente una nuova ondata di violenza e nuove uccisioni di civili palestinesi innocenti (nda); d’altro canto i suoi ministri, Ben-Gvir in testa, urlano all’antisemitismo ed annunciano alla prossima riunione di governo di voler riconoscere legali gli insediamenti su nuovi territori della Samaria, della Giudea e della Valle del Giordano. Inutile dire che con molta probabilità saranno insediamenti illegali realizzati come sempre attraverso il furto di terra a chi già abita lì: i civili palestinesi. Intanto però i dati ci comunicano che oggi sono stati uccisi altri 55 civili e circa mezzo milione sono gli evacuati da Gaza City e ricompare anche l’ex premier israeliano Olmert ribadendo nuovamente che Netanyahu “è dalla parte sbagliata delle Storia”.

Nel frattempo dinamica è anche la politica francese in merito alla questione palestinese visto e considerato che Macron ha convocato un vertice con quei Paesi membri dell’UE, del G7 e Paesi arabi (Arabia Saudita nello specifico) per provare ad elaborare e promuovere una politica comune che possa bilanciare l’attivismo filosionista degli USA.
Da tutto ciò si tengono ben lontani l’Italia e la Germania. In particolare il ministro Tajani ha nuovamente ribadito che l’Italia, nella figura del governo, sostiene l’idea dei due popoli e due Stati ma non è questo il momento storico per riconoscere lo Stato della Palestina. L’Italia dunque è nuovamente lontana dai tavoli internazionali più importanti, non scandalizziamoci poi quando ci vien detto che contiamo pochissimo a livello internazionale.
Ma d’altronde il riconoscimento della Palestina richiede un carico di coraggio non in possesso dei nostrani governanti e si sa che se Don Abbondio in fondo aveva ragione:
“il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”…