“Scenari del reale” debutta con Federico Leonardi: la lunga storia tra Russia e Ucraina

Teatro smoda- Si è aperta ieri la rassegna “Scenari del reale” con l’incontro “Russia–Ucraina: un conflitto lungo tre secoli”, che ha visto protagonista Federico Leonardi, filosofo e reporter, autore di una recente e discussa pubblicazione dedicata alle radici storiche e culturali del conflitto. Leonardi ha proposto un approccio geografico alle questioni storiche, capace di superare le letture rigidamente ideologiche e di restituire complessità a un tema spesso semplificato dal dibattito mediatico. Servendosi di documenti, carte storiche e mappe geopolitiche, l’autore ha mostrato come la storia dell’Ucraina non possa essere compresa senza considerare la sua posizione di cerniera tra Oriente e Occidente, tra imperi e culture in continuo movimento.

Nel corso dell’incontro, sollecitato dalle domande di Pasquale Vitale, Leonardi ha toccato alcuni dei nodi più significativi del suo lavoro. Ha illustrato i due punti di vista contrapposti che da secoli attraversano la regione: da un lato, l’imperialismo russo, che tende a interpretare l’Ucraina come parte costitutiva della propria identità storica e spirituale; dall’altro, il nazionalismo ucraino, che rivendica un’autonomia culturale e politica radicata già nelle esperienze medievali e rinascimentali.

Il confronto si è poi allargato a una suggestiva analogia tra l’espansione statunitense verso Ovest e quella sovietica verso Est, due movimenti paralleli che, secondo Leonardi, hanno modellato l’immaginario politico dei rispettivi imperi e ridefinito i confini della modernità. Tra i momenti più interessanti, la discussione sulla Rus’ di Kiev, che Leonardi ha definito una “reinvenzione moderna” operata da Pietro il Grande e Caterina II per legittimare le pretese imperiali di Mosca. Da qui, l’autore ha ricostruito il motivo storico per cui in Ucraina vivono oggi numerosi cittadini di origine russa, frutto di secoli di spostamenti, politiche di colonizzazione e assimilazione.

Non è mancato un riferimento al dominio polacco-lituano sull’Ucraina tra XV e XVII secolo, fase cruciale per la formazione di una coscienza nazionale ucraina distinta tanto da quella russa quanto da quella centroeuropea. Particolare attenzione è stata dedicata alla donazione della Crimea all’Ucraina da parte di Chruščëv nel 1954, analizzata da Leonardi come gesto simbolico, allora privo di peso politico reale ma destinato ad avere conseguenze dirompenti nel contesto post-sovietico.

Ampio spazio è stato poi riservato alla propaganda contemporanea, sia quella russa sia quella ucraina, che utilizza linguaggi speculari per costruire narrazioni identitarie opposte ma simmetriche. Un passaggio di grande interesse ha riguardato Kaliningrad, città natale di Immanuel Kant quando ancora si chiamava Königsberg ed era parte della Prussia: un caso emblematico, secondo Leonardi, di come le trasformazioni geopolitiche cancellino o riscrivano la memoria culturale dei luoghi.

L’autore ha infine ricordato che, al momento della dissoluzione dell’URSS, in Ucraina si trovava circa il 14% dell’arsenale atomico mondiale, poi smantellato e trasferito alla Russia in virtù del Memorandum di Budapest del 1994, che garantiva all’Ucraina l’integrità territoriale in cambio della rinuncia alle armi nucleari. Nel dialogo conclusivo è emersa un’osservazione particolarmente acuta: secondo Leonardi, tra Russia e Germania nessuna delle due potenze ha mai realmente desiderato un’Ucraina forte e indipendente, elemento che continua a condizionare gli equilibri europei.

Il prof. Giuseppe Girgenti (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) ha poi offerto un contributo di grande spessore filosofico, distinguendo tra la visione prescrittiva di Kant, che fa della pace un imperativo razionale e morale, e quella descrittiva di Hegel, che legge la guerra come momento del dispiegarsi dello Spirito nel divenire storico dei popoli.

Ha moderato l’incontro Gianni Aversano, direttore di SMODA, mentre Pasquale Vitale, giornalista e dottorando presso l’Università San Raffaele di Milano, ha curato il confronto con l’autore. Un momento particolarmente intenso è stato quello delle letture di Martina Iorio, giovane studentessa del liceo Cirillo di Aversa che, con voce sicura e profonda partecipazione emotiva, ha saputo restituire il pathos e la tensione etica dei testi scelti, contribuendo a creare un’atmosfera di autentica riflessione.

FOTO