Per il consueto numero domenicale della rubrica “spiccioli di spiritualità” diretta dal prof. Pasquale Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla della storia di Ruth.
Leggendo la Bibbia si incontrano storie belle e brutte, racconti misteriosi, storie di vendette e tanta durezza. È proprio un testo scritto da mani diverse, e in momenti diversi, ma nel quale si incontrano a volte delle piccole gemme di straordinaria bellezza. Una di queste è la storia di Ruth, raccontata nel libro omonimo e di cui consiglio la lettura per la delicatezza e la sensibilità del racconto.
Nell’immaginario collettivo la suocera (ovvero la mamma del maschio sposato) è sempre vista con un pizzico di antipatia e oggetto di numerose battute legate al fatto che sarebbe, negli affetti, quasi un’antagonista della moglie rispetto al figlio maschio (è vero ciò anche per la femmina, sebbene accada più raramente). Ebbene nella Bibbia, contrariamente alla vulgata classica che vuole che fra la madre dello sposo e la sposa ci sia sempre un certo attrito, fatto di incomprensione, gelosia e rivalità, c’è una storia di suocera e nuora, dove questo schema è del tutto capovolto mettendo in evidenza un rapporto pieno di grande affetto e solidarietà, a dimostrazione che nel testo sacro per eccellenza del cristianesimo e dell’ebraismo abbondano storie di varia umanità rette sempre da un filo che lega Dio all’umanità, e che i cristiani chiamano Provvidenza.
Ma veniamo alla storia, che come tutte le storie, cominciamo con un classico “c’era una volta…” una donna, Noemi, che aveva un marito di nome Elimelek. La coppia aveva due figli, Maclon e Chilion, e i quattro formavano una bella famiglia unita e felice. Ma, come sempre accade in tutte le storie, questa tranquillità materiale e degli affetti fu turbata da una grave carestia, che portò la famiglia, come tante persone del circondario, alla fame e all’indigenza. Così Elimelek morì di stenti Noemi decise di portare i figli al di là del fiume Giordano – siamo nel territorio della Palestina almeno mille anni prima di Cristo – nel territorio dei Moabiti, più fertile e accogliente. In quella terra i due figli crebbero e si sposarono con due giovani donne moabite, Orpa e Ruth.
Col passare del tempo però anche la terra dei moabiti si ritrovò con una tremenda carestia e gli animali cominciarono a morire e, purtroppo anche i figli di Ruth, Maclon e Chilion, morirono di stenti. Rimasero così in vita solo le tre donne, affamate, magrissime ma ancora vive: Noemi e le sue due nuore, Ruth e Orpa, le quali, contrariamente a quanto di solito succedeva anche a quei tempi, erano molto affezionate a Noemi. Quest’ultima, non volendo morire in terra straniera, decise di ritornare da sola a Betlemme. Salutò le due ragazze ben decisa intraprendere il viaggio da sola, ma le due fanciulle dissero che non l’avrebbero mai lasciata partire da sola. Così intrapresero il viaggio con lei verso Betlemme. Durante il cammino Orpa cambiò idea e decise di ritornare presso il suo popolo, i moabiti. Ruth invece continuò la strada con Noemi, a cui era molto affezionata. Il viaggio fu molto faticoso, ma le due donne comunque, vestite di stracci, con i piedi nudi e feriti, affamate e sole, sotto il sole e sotto la pioggia, in qualche modo alla fine riuscirono ad arrivare a Betlemme.
Giunte alla meta, si pose il problema di cosa fare per sopravvivere. Noemi allora si ricordò di un suo parente, Boaz, e gli chiese di prendere a servizio nel suo campo con Ruth, per aiutarlo nel lavoro e guadagnare di che nutrirsi. Boaz acconsentì alla richiesta e col tempo, vedendo la modestia, il garbo, l’energia nel lavoro della fanciulla, se ne innamorò e le chiese di sposarlo.
Ruth acconsentì, e i due si sposarono. Fecero anche un figlio il quale, quando fu adulto, si sposò a sua volta e la moglie gli diede un bambino a cui fu dato il nome di Davide. Vi dice qualcosa questo nome? Fu il famoso e grande re d’Israele, sì proprio quello che sconfisse il gigante Golia nella guerra contro i filistei, l’autore dei Salmi, l’uomo fedele a Dio, dalla cui discendenza, circa mille anni dopo, uscirà Gesù il salvatore del mondo.
E così da una storia di fame, di carestia, ma anche di grande amore di una donna, per giunta neanche israelita, per la propria suocera, nascerà il più grande re d’Israele, e dalla sua discendenza il Salvatore, a testimonianza che Dio non fa differenza tra i ricchi e i poveri, tra il popolo che si è scelto e gli stranieri, ma sa trarre cose buone anche dalle vicende più assurde che possano accadere, purché segnate da quel frammento di amore che la protagonista di questa storia ha mostrato nei confronti dell’anziana Noemi.