Spiccioli di spiritualità, l’universo simbolico della palma

A cura di Michele Pugliese

Per il numero consueto della rubrica “spiccioli di spiritualità”, diretta dal prof. Pasquale Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla dei significati simbolici della palma. Ne approfittiamo per augurare una buona domenica delle palme a tutti.

Sin dalle epoche più antiche la palma fa parte di quell’universo di simbologie che mettono in connessione l’uomo con i misteri della vita. Il suo significato non si ferma all’ambito della religiosità, ma va indietro nel tempo e nello spazio.
Ma vediamo un po’ cos’è la palma. La palma (da datteri) è un albero con delle foglie sempreverdi, persistenti, che formano un ciuffo apicale alla sommità del fusto e che prendono il nome dello stesso albero. Diffusa su tutte le zone tropicali, anche in Italia lungo tutta la fascia meridionale, ricava giovamento dai climi miti. È una delle specie vegetali più antiche al mondo, tanto che molti resti fossili risalgono all’era del Cretaceo e a quella del Giurassico. Definita il ‘Principe delle Piante’ da uno dei suoi primi scopritori, Carl Nilsson Linnaeus, la palma, insieme all’ulivo, costituisce una costante durante il periodo della Settimana Santa, divenendo il simbolo della domenica che precede la Pasqua. Tuttavia, la sacralità della palma risale a prima dell’avvento del Cristianesimo.
Nella mitologia della fondazione di Roma, la palma è legata al sogno premonitore di Rea Silva, la leggendaria madre di Romolo e Remo, che vide due palme di smisurata grandezza ergersi fino al cielo, presagio della nascita dei gemelli.
Per i greci, la dea Nike, personificazione della vittoria nello sport e nella guerra, è raffigurata con una palma e una corona di alloro, così come la vediamo incisa sulle medaglie olimpiche. E anche i vincitori delle stesse venivano cinti con una corona di palme, donde la nostra espressione ‘la palma della vittoria’. Inoltre è una pianta solare (per le sue foglie che assomigliano ai raggi del sole) e in quanto tale è sacra ad Apollo: si racconta che il dio fu partorito dalla madre Latona appoggiandosi a tronchi di palme.
Anche nella tradizione romana la palma viene associata alla vittoria: i gladiatori venivano premiati con un ramo di palma e di alloro. Per la sua capacità di slanciarsi verso il cielo, era considerata un elemento di collegamento tra il terreno e il divino.
La tradizione egizia è ricca di bassorilievi raffiguranti il dio Thot intento a contare gli anni sulle foglie di palma, in quanto a ogni lunazione essa produce una nuova foglia.
La palma non poteva non trovare posto anche nella cultura araba dove, secondo un detto, cresce con la testa al sole e i piedi nell’acqua, rappresentando in questo modo, nelle vaste distese del deserto, la presenza di acqua. Per tale caratteristica simboleggia la vita, la rinascita.
In magia, la palma viene associata ad incantesimi purificatori e divinatori, effettuati tramite il fuoco. In Sicilia, vi era l’usanza di scacciare le streghe tagliando con forbici d’acciaio tre foglie di palma e recitando una formula di scongiuro.
Nel cristianesimo la palma diventa il simbolo del martirio per eccellenza, dato che esso era considerato una vittoria sulla morte. L’espressione ‘la palma del martirio’ rappresenta la vittoria della fede in Cristo sulla morte e sui pagani: sempre con una palma sono raffigurati i primi martiri cristiani, che poi sono i primi santi.
Nel calendario liturgico la Domenica delle Palme celebra l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto dalla folla che agitava rami di palme, simbolo di regalità, di trionfo e di pace. La più antica testimonianza documentata circa la commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme risale all’anno 400, una cerimonia tramandata fino ad oggi, che prevede processioni e benedizioni.
Secondo la liturgia attuale, i fedeli sono chiamati a riunirsi in un luogo poco distante dalla chiesa, dove il sacerdote procede alla benedizione dei rami di palma (o di ulivo), i quali, dopo la lettura di un brano evangelico, saranno loro consegnati; segue la processione fin dentro la chiesa. Una volta terminata la Messa, i rametti appena benedetti vengono portati a casa dai fedeli, e scambiati in segno di augurio di pace. In molte regioni d’Italia, l’usanza vuole inoltre che ogni capofamiglia li utilizzi per benedire la tavola imbandita nel giorno della Pasqua.
La simbologia cristiana della palma è legata a molti passi della Bibbia, come il Salmo 92: “Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano”. È evidente il significato di resurrezione dei martiri e di immortalità, come leggiamo anche dall’Apocalisse (7,9): “Dopo queste cose guardai e vidi una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di bianche vesti e con delle palme in mano”. Speriamo di esserci anche noi.
Buona domenica delle palme!