Disintegrazione 2.0 al Teatro civico 14

In collaborazione con Gabriella Clemente

Disintegrazione 2.0 è un concerto visivo, una performance che unisce suggestioni sonore, vocali, visive in un’opera non recitata ma creata sotto gli occhi degli spettatori. Un sofisticato sistema di proiezioni trasforma infatti  il palcoscenico in un cubo luminoso, sui cui lati, sia all’interno che all’esterno, scorrono e prendono vita immagini naturali o astratte. Lo scorrere visivo è in analogia al flusso sonoro e vocale, creato all’interno del cubo dai tre performer: poesie, canzoni, testi recitati e spesso stravolti fino a perdere il contatto con il significato, a lasciare emergere la pura voce che grida, sussurra, scandisce. Il limite della superficie luminosa viene sfiorato, ma mai oltrepassato. Sogni, scene naturali, astrazioni psichedeliche si susseguono ma verso la fine affiora con intensità crescente l’immagine di reticolati geometrici che fanno pensare a sbarre, nel flusso vocale che segue distinguiamo la parola “controllo”. Forse a significare che anche nell’ inconscio incontriamo il limite della paura, dell’irrigidimento? Disintegrazione 2.0 è uno spettacolo in cui confluiscono numerosissime esperienze sperimentali (ad esempio la ‘destrutturazione vocale’ di Carmelo Bene) che danno luogo a  un’opera che per essere goduta richiede la sospensione del giudizio, l’abbandono all’intuizione e alla suggestione di parole e immagini.