La violenza del lavoro, uccide ancora.

Sciopero di 8 ore nei trasporti, dalle 9.01 alle 16.59 di oggi

Un’altra donna, vittima di violenza, ha perso la vita, questa volta non in quanto donna, ma, in quanto lavoratrice.

Questa volta, non si tratta di violenza domestica né di prevaricazione maschile, ma di lavoro.

Il lavoro, quello che secondo il luogo comune “nobilita l’uomo” quello, che dovrebbe dare la dignità ad ogni essere umano che lo perpetra, quel lavoro spesso diventa un nemico, infame, subdolo, che, quando meno te lo aspetti, ti toglie la vita o a volte te la renderà difficile per le ferite fisiche e psichiche, che ti può provocare, quando non riesce ad ucciderti.

Un fuoco amico, che all’improvviso ti colpisce mentre le tue difese sono abbassate o inesistenti.

Costa ionica, della Calabria, una linea ferroviaria con tanti problemi,  che i ferrovieri, con la loro disponibilità colmano ogni giorno. La capotreno Maria Pansini, è in servizio sul treno 5677 sulla tratta ferroviaria, Sibari – Catanzaro, quando, all’altezza della località di Thurio a pochi chilometri da Sibari, il treno su cui presta servizio, impatta un camion fermo sulle rotaie. L’automezzo è rimasto bloccato, tra le sbarre chiuse di un passaggio a livello. Uno dei tanti ancora attivi nella zona, l’impatto è violentissimo e genera un grande incendio, secondo alcuni testimoni visibile da lontanissimo. Nell’impatto oltre alla capotreno, ha perso la vita l’autista del mezzo gommato Hannaoui Said, un ragazzo marocchino di 24 anni. I fatti saranno ancora da accertare, anche se il passaggio a livello delimita due tratti di strada, che si ricongiungono in una sorta di tornante molto stretto, che potrebbe aver creato problemi di mobilità e visibilità all’autista del camion, inducendolo a manovrare e fermarsi  per orientarsi nel buio della sera.

La capotreno Maria, capelli rosso rubino, il sorriso smagliante e la divisa che indossava con orgoglio, la donna, 61 anni, tra poco avrebbe raggiunto l’agognata pensione. Secondo i colleghi era una donna solare, che amava cucinare, mamma amorevole di una figlia e collega di lavoro precisa, sempre disponibile e di una grande fede religiosa. Risiedeva a Catanzaro dove era conosciuta e benvoluta da tutti. Il titolare di una pizzeria nel quartiere marino di Catanzaro, che la conosceva bene, dice: «Era come una sorella, siamo cresciuti insieme fin dalla fanciullezza. Lei era innamorata del suo lavoro anche se prossima al pensionamento. A quest’ora Mariella sarà già in paradiso. Ha fatto il suo ultimo viaggio, col suo amato treno».

Gli amministratori comunali di Catanzaro, fanno sapere in una nota, di essere profondamente addolorati dalla scomparsa della concittadina e si stringono alle famiglie delle vittime del tragico incidente di ieri in località Thurio, esprimendo il proprio sincero cordoglio e confidando nel lavoro di Forze dell’Ordine e Magistratura, nel riuscire ad accertare cause e dinamiche della tragedia occorsa.

Ancora una volta siamo a piangere e ricordare delle vittime del lavoro. Persone, che hanno lasciato le loro case, confidando di ritornarci dopo aver fatto il proprio dovere di lavoratori, dopo aver reso il proprio servigio alla comunità. Persone, che come Mariella, pensavano di riprendere la loro vita sociale al termine della giornata lavorativa, di rivedere i propri cari i propri amici.

Oggi 30 novembre i lavoratori delle aziende del trasporto ferroviario si fermeranno per ricordare i lavoratori deceduti e spronare le aziende ad attuare metodologie sempre più garantiste della sicurezza dei lavoratori e degli utenti dei trasporti. Si asterranno dal lavoro tutti i dipendenti delle aziende di trasporto, nel rispetto dei servizi minimi di legge, dalle ore 9.01 alle ore 16.59. Allo sciopero, hanno aderito tutte le maggiori sigle sindacali, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa trasporti e Fast Confsal, per protestare contro l’incidente ferroviario avvenuto nei pressi di Thurio di Corigliano Rossano, in Calabria, in cui hanno perso la vita il capotreno e l’autista di un camion. I sindacati denunciano la pericolosità dei passaggi a livello e chiedono l’innalzamento degli standard di sicurezza sull’infrastruttura ferroviaria.