Il primo articolo della costituzione, anziché recitare “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”, andrebbe modificato in L’Italia è un paese fondato sulle polemiche. Il perché di questo incipit, lo comprenderete presto nel prosieguo della lettura.
È argomento di cronaca purtroppo ricorrente, lo stillicidio di femminicidi e violenze varie sulle donne. Da ogni direzione politica è stato chiesto al governo e alla politica in generale, di far qualcosa per arginare e debellare questo fenomeno criminoso, talvolta frutto di retaggi culturali, duri da modificare.
Il governo ha dunque deciso di affrontare la questione in modo strutturale, per non arrivare sempre a fatti avvenuti e dire si poteva fare di più. Intanto, i vertici delle forze dell’ordine, anche in virtù della sconcertante fine di Giulia Cecchettin, hanno dato disposizioni di intervenire in modo più efficace in caso di richiesta di aiuto da parte di donne vittime di violenza o di minacce. Inoltre i ministri, della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano, hanno messo in campo un progetto educativo rivolto agli studenti delle scuole, iniziando dagli istituti superiori per poi, regolandone la portata, passare ai gradi di istruzione inferiori.
Il progetto dal nome evocativo, “Educare alle Relazioni” si pone come strumento per formare e divulgare responsabilità e modalità di relazioni tra persone. La direttiva del ministero dell’istruzione, è suddivisa in cinque punti e si pone come indirizzo per la creazione di percorsi educativi e formativi atti a favorire la maturazione e la presa di coscienza degli studenti sui temi relazionali.
Si pone quindi come obiettivo il rispetto reciproco tra gli studenti e il contrasto ad ogni forma di violenza fisica e verbale. Per le finalità del progetto, il governo metterà in campo un finanziamento di quindici milioni di euro a supporto delle attività extracurriculari, ovviamente i docenti verranno opportunamente formati per conseguire il risultato atteso. Tra le tante ipotesi messe in cantiere anche la partecipazione di influencer, cantanti e attori per avvicinare i giovani con il loro stesso linguaggio. Fulcro principale sarà anche il supporto di assistenti sociali, psicologi, avvocati, e associazioni contro la violenza di genere. Come detto il progetto coinvolge anche i ministeri delle Pari Opportunità e della Famiglia, e della Cultura. E verrà data ampia pubblicità al numero verde antiviolenza 1522, coinvolgendo anche il mondo sportivo.
Si partirà con trenta ore di attività extracurriculari, per evitare sovrapposizioni con materie curriculari e sarà sviluppato su adesione volontaria da parte degli studenti, prevedendo attività pluridisciplinari e laboratori.
Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, nel presentare il progetto ha spiegato, che gli studenti verranno edotti anche sulle conseguenze penali, che comportamenti impropri possono generale.
Fin qui tutto bene o quasi, ma il ministro aveva deciso di affidare ad un triunviro di Garanti la possibilità di vegliare sull’iniziativa. Erano state designate tre donne di estrazione e formazioni diverse. Precisamente: Paola Zerman avvocata dello Stato di lungo corso, vicina a Mario Adinolfi, con cui si è anche candidata nel 2018 nelle liste del “Popolo della Famiglia”; Suor Anna Monia Alfieri, religiosa delle Marcelline, e come si legge dal suo curriculum è tra le voci più accreditate sui problemi dell’organizzazione dei sistemi formativi, collaborando con la Divisione Enti non Profit di Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università del Sacro Cuore di Milano, per l’organizzazione dei corsi di Alta Formazione (in management e alta dirigenza scolastica) per gli Istituti Religiosi e per la docenza negli stessi. Infine, troviamo la protagonista della divisione politica di questi giorni sul tema educativo, Anna Paola Concia, ex deputata del Pd, e coordinatrice di Didacta, a cui non viene perdonato di essere attivista Lgbtq+. Il mondo cattolico e non solo è insorto sulla designazione fatta dal ministro. Per restare nell’ambito dell’universo religioso, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus ha dichiarato: «Siamo scioccati e sconcertati dalla scelta del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di affidare l’introduzione nelle scuole italiane della cosiddetta educazione alle relazioni e all’affettività a un’attivista politica di sinistra e sostenitrice dell’Agenda LGBTQ come Anna Paola Concia, già deputata del Partito Democratico. Con tutto il rispetto per la persona, la visione politica di Concia sui temi della famiglia, della filiazione e della libertà educativa dei genitori è radicalmente incompatibile coi valori della stragrande maggioranza degli elettori che hanno votato i partiti che sostengono il Governo Meloni.»
Le polemiche sono diventate così importanti da costringere il Ministro Valditara a fare dietrofront, nonostante Anna Paola Concia, abbia ricevuto attestati di stima da diversi esponenti del mondo politico, il ministro ha ringraziato le tre designate per la disponibilità offerta e ha deciso di revocare l’istituto dei garanti, ma allo stesso tempo ha dichiarato, che il progetto “Educare alle Relazioni” andrà avanti come programmato dal governo, seppur orfano dell’organo di garanzia.