In data 11 gennaio 2023 sarà avviato un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali del comparto scuola sul dimensionamento delle rete scolastica, alla luce delle novità apportate dal Decreto Milleproroghe. Attraverso la deroga approvata dal Cdm del 28 dicembre 2023 il Ministro Valditara ha ostinatamente perseguito l’obiettivo di dare corso immediato, già a partire dall’anno scolastico 2024/2025, alla riduzione delle autonomie scolastiche. Nel successivo decreto legge 215, denominato milleproroghe, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre e da convertire in legge entro il 28 febbraio 2024, l’articolo 5 contiene le norme sulla scuola.La disposizione più importante riguarda il tema del dimensionamento scolastico e consentirà alle Regioni di aumentare del 2,5% il numero delle autonomie scolastiche rispetto a quello previsto dal decreto interministeriale 127 del giugno 2023 che le riduceva.
Nel concreto, a livello nazionale, si parla di 185 posti in più: si va da poche unità per regioni come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Marche, Sardegna e Umbria fino a 18 sedi in più per la Sicilia, 21 per la Campania e 28 per la Lombardia. Ma, come rileva l’associazione Dirigentiscuola, si ripristina, sia pure per un limitato numero di istituzioni scolastiche (185 sull’intero territorio nazionale), “l’istituto della reggenza, che invece la legge 197/2022 e il conseguente decreto ministeriale attuativo 127/2023 avevano inteso cancellare in radice, con assegnazione a tutte le istituzioni scolastiche di un proprio dirigente e un proprio DSGA, facendo così venir meno le scuole sottodimensionate. Le scuole “ salvate” dal decreto non costituiscono sedi per ampliare le facoltà assunzionali, non sono utili per la mobilità di Ds e Dsga, né funzionali al riassorbimento dell’esubero a livello regionale che, dati alla mano, non si verificherà. Che sia un motivo per consentire in un anno una modifica di legge affinché dal primo settembre 2025 risulti realizzata una decisa riduzione degli attuali coefficienti 900/1000 alunni a non oltre i 600/700 e alla cui stregua ridisegnare un ragionevole dimensionamento scolastico?”. Questo è l’auspicio che non solleva troppi crediti se e’ vero che le 8.089 istituzioni scolastiche esistenti al 2023, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, arriveranno a essere 7.309 nel 2026 con una conseguente soppressione di ben 780 unità scolastiche. Si parla quindi del 9% delle sedi esistenti. Ma quali sono le motivazioni del governo? Innanzitutto quella economica: il provvedimento porterà risparmi pari a 88 milioni di euro in nove anni. Inoltre si invoca l’inverno demografico, il rispetto dei vincoli europei e l’efficienza delle reti scolastiche perché scomparirebbero le reggenze, ovvero il fenomeno per cui alle scuole con meno di 600 alunni (400 per le zone di montagna) viene assegnato un dirigente di un’altra scuola.
Intanto la FLC-CGIL nazionale avverte: “Si tratta di un piano che aumenta il numero degli alunni per istituto ma senza diminuire quello di allievi per classe, e quindi non fa altro che incentivare l’affollamento delle classi. Inoltre le risorse per finanziare l’operazione di deroga per l’anno 2024-25 vengono “grattate”, come al solito, dal Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa, ormai diventato il pozzo da svuotare per ogni intervento estemporaneo che venga in mente agli amministratori del Ministero dell’Istruzione e dell’Economia. La strada dei tagli lineari non è la strada giusta, è necessario un radicale ripensamento del provvedimento. Infatti, le autonomie scolastiche che diventano scuole “alveari”, che inglobano molti indirizzi, che si compongono talora di decine di plessi anche assai distanti fra loro e con le infinite relazioni da tenere con le istituzioni locali, di fatto non sono più vere autonomie “scolastiche” vocate alla didattica, ma enti a prevalente funzione amministrativa.Occorre tornare alla vera missione delle autonomie scolastiche per perseguire la quale la dimensione ottimale delle scuole non può superare i 900 alunni nelle situazioni ordinarie e i 500 nelle situazioni delle comunità montane e delle piccole isole”.
Il 29 dicembre la Regione Campania ha emanato il testo del provvedimento con cui dispone il piano di dimensionamento scolastico per l’a.s. 2024/25. Purtroppo il provvedimento pubblicato non è, alla luce del decreto milleproroghe, definitivo, ma genererà inevitabile confusione il fatto che ciascuna autonomia scolastica oggetto di dimensionamento si sentirà autorizzata a ricorrere direttamente al politico di riferimento per chiedere di modificare il provvedimento entro il 5 gennaio o al massimo entro il prossimo 1° marzo quando la Regione Campania dovrà comunicare l’attivazione delle 21 autonomie in deroga.