Una nutrita e determinata schiera di attivisti, di associazioni e cittadini comuni hanno manifestato stamattina dando vita ad un corteo a Napoli da Coroglio alla spiaggia della Gaiola. Il no forte e chiaro e’ stato quello alla creazione di nuovi scarichi fognari nel Sito Natura 2000 Zona Speciale di Conservazione IT8030041 “Fondali marini di Gaiola e Nisida”. Maurizio Simeone, direttore dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso Di Gaiola (nel video il suo intervento) da tempo anima una mobilitazione contro un progetto scellerato che porterebbe al passato il fragile equilibrio di un’area che lo stesso Ministro dell’ambiente nelle sue schede illustra con questi rilievi: ” habitat marini di prioritaria importanza, unici nel settore costiero cittadino, ad iniziare da tre estesi banchi di Coralligeno, la comunità biologica più importante del Mediterraneo assieme alla Posidonia oceanica, tutelata dalla Dir. Habitat e dalla Convenzione di Barcellona, nonché innumerevoli rilevanze archeologiche del I secolo a.C., il tutto in un paesaggio costiero tra i più belli al mondo cinto dalle alte falesie di tufo giallo napoletano”.
Nel corteo il variegato mondo delle Associazioni del CTM – Coordinamento Tutela Mare “Chi Tene o’ Mare” (Greenpeace Gruppo Locale Napoli, Marevivo Onlus, FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Associazione Vivara APS – Amici delle piccole isole, Let’s do it Italy, ASOIM, Fondalicampania Aps, Oceanomare Delphis Onlus, ONESEA alliance, Associazione Nemo Ischia, Legambiente Volontariato Campi Flegrei, N’ Sea Yet e Cleanap), i comitati cittadini territoriali, l’AMP Parco Sommerso di Gaiola e il Coordinamento Stop Fogna Coroglio (Gea ets, Organizzazione Produttori Mytilus Campaniae, Comitato Civico Vomero, Ricostituenti per Napoli, Comitato Salviamo Mergellina, Sindacato Italiano Balneari, Soc. Coop. C. Salvatore).
Il 23 settembre il Consiglio Regionale della Campania aveva approvato all’unanimità la mozione,presentata il 3 luglio dalla Consigliera Roberta Gaeta, sugli impatti negativi del PRARU nella zona speciale di conservazione “Fondali marini di Gaiola e Nisida della Rete Natura 2000″. Il pronunciamento del massimo Organo politico della Regione Campania è stato ignorato. Ricordiamo inoltre che il braccio operativo di Invitalia è il responsabile del progetto sotto accusa, quella stessa Invitalia che ha dovuto riscrivere il piano di bonifica per Bagnoli dal momento che l’Istituto per la protezione ambientale (Ispra) e l’Agenzia campana per la protezione ambientale (Arpac) avevano pesantemente contestato il primo piano di bonifica. E ora questo insensato piano di devastazione ulteriore di un’area dichiarata paradossalmente “protetta” sembra non avere ostacoli se non il buon senso dei cittadini preoccupati per il bene comune dello stato-comunità.