Benvenuti nel nuovo episodio di “La sinistra e le sue geniali idee per affondare il Paese”! Dopo decenni passati a flirtare con l’utopia e a scappare dalla realtà, rieccoli: hanno raccolto 5 milioni di firme per cinque referendum. E già qui ci sarebbe da chiedersi: cinque milioni di persone hanno davvero capito cosa stavano firmando? O pensavano si trattasse della nuova collezione di braccialetti dell’amicizia?
Andiamo con ordine, perché ogni quesito è un capolavoro di logica inversa. Cose che neanche nei reality show con ex tronisti ubriachi.
1. “Non puoi licenziarmi, anche se faccio danni”
Con il primo quesito, si chiede che il reintegro sia OBBLIGATORIO pure quando un giudice dice “sì, è vero, ti hanno licenziato in modo sbagliato”. Tradotto: anche se non lavori, anche se hai sabotato l’azienda, anche se hai usato l’ufficio per vendere detersivi porta a porta, devi restare lì. Perché la sinistra ha un sogno: trasformare ogni posto di lavoro in un centro ricreativo. Produttività? Ma per favore.
2. “Se ho torto, ho ragione lo stesso”
Le piccole imprese dovrebbero risarcire anche più pesantemente chi viene licenziato “male”. Peccato che spesso chi ha una piccola impresa stia già mangiando pane e mutuo. Ma per la sinistra, i padroni sono tutti Elon Musk. E se chiude il bar sotto casa tua? Pazienza, tanto loro fanno smart working dal salotto della mamma.
3. “Vogliamo solo contratti eterni (per poi lamentarci che non ci assume nessuno)”
Causale obbligatoria per ogni contratto a termine. Così il datore, invece di assumere, preferisce emigrare in Polonia o aprire un chiosco in Albania. Geniale. E i giovani? Resteranno a casa, aspettando un contratto a tempo indeterminato come si aspetta Babbo Natale. Spoiler: non arriva.
4. “Se succede un incidente, la colpa è tua anche se sei a casa a dormire”
Con la scusa della sicurezza, vogliono rendere le aziende madri colpevoli per tutto. Anche se l’appaltatore era un disastro ambulante. Perché ragionare, indagare, distinguere? Troppa fatica. Meglio sparare a caso nel mucchio, così nessuno è responsabile davvero – tranne l’imprenditore, ovviamente.
5. “Cittadinanza? Dai, facciamo che basta dire ciao in italiano”
Dieci anni per ottenere la cittadinanza? Troppi, dice la sinistra. Cinque bastano. Poi magari scendiamo a tre. E alla fine sarà tipo “Benvenuto in Italia, vuoi la cittadinanza o una birra? Firma qui.” Perché sentirsi italiani è bello, ma essere italiani è un’altra cosa. E certi concetti, tipo identità, sono misteri gloriosi per chi pensa che le frontiere siano una forma di razzismo.
INSOMMA, È SEMPRE IL SOLITO MANIFESTO (QUELLO SBAGLIATO)
Sì, perché mentre noi parliamo di patria, responsabilità, lavoro che funziona, loro sono fermi al Manifesto del Partito Comunista scritto da Marx nel 1848. Lì c’era scritto: “Abolire la proprietà privata”. Oggi dicono: “Aboliamo il senso logico”. È un’evoluzione.
Il nostro Manifesto? Quello della destra vera?
- Se lavori, hai diritti. Se non lavori, ti aiuto a trovarne uno, non a farti mantenere.
- Se rischi e assumi, lo Stato ti protegge, non ti bastona.
- Se ami l’Italia, la costruisci. Non la firmi su un modulo.
Questi referendum sono il tentativo disperato di un gruppo politico che ha perso tutto: potere, visione, contatto col mondo reale. Pensano che il Paese possa essere governato a colpi di petizioni, slogan e indignazione su Twitter.
Noi siamo stanchi. Di retorica, di piagnistei, di idiozie travestite da riforme. Il futuro non lo si costruisce accontentando chi urla di più, ma chi si rimbocca le maniche.
Firmate pure, cari compagni. Intanto il mondo va avanti. E voi restate lì, con i vostri volantini rossi e le vostre idee da seconda media. Buona fortuna.