A Caserta le Donne in nero per la Palestina: basta con il silenzio complice sulla strage a Gaza

C’è una reazione inevitabile contro la protervia di un esasperato atto del governo del Paese nel silenziare il dissenso da quello che si vuole fare passare per “normale”. A Gaza, dichiarano le Nazioni Unite, il 93% dei bambini e delle bambine rischia di morire di fame o di malattie per effetto del blocco compiuto dallo Stato di Israele. E’ la strage degli indifesi.

In questo silenzio irreale sulla strage di Gaza lunedì scorso in piazza Dante a Caserta si è alzato un coro. Un coro senza voce perché il presidio che si è svolto non prevedeva né microfoni né slogan. Ma il coro e’ stato declinato con i corpi di diverse decine di persone che hanno risposto all’appello delle Donne in nero per la Palestina che hanno promosso l’iniziativa, come già scritto su questo portale. Senza sigle e adesioni. In tre giorni di passaparola e messaggi whatsapp le persone raggiunte, indignate e con l’urgenza di “fare” un gesto di ribellione contro un silenzio irreale sulla strage di innocenti, hanno risposto in tante. Non era scontato. In una città che qualcuno ha definito “distratta”. Per una pace disarmata hanno protestato con cartelloni e bandiere della pace e palestinesi. Una marea di donne soprattutto. Noi abbiamo raccolto l’emozione vibrante di coloro che c’erano.

Anna D’Acunio:”Le donne non possono piú tacere di fronte alla distruzione della vita,senza se e senza ma,in silenzio protestiamo con la presenza perché noi non siamo indifferenti”.

Adele Cozzella:”Sono qui perché sono sgomenta e terrorizzata. Come ho scritto sul cartellone, ogni bambino, ogni uomo, ogni donna e ogni anziano che muore ci interroga e ci chiede :Perché?”

Rosa Caccavale:”Ci siamo attivate perché non ce la facevamo piú del silenzio,non si può piú sopportare. Abbiamo pensato che questa forma delle Donne in nero che avevamo già praticato potesse tornare utile allo scopo. Ai tempi della guerra in Iraq scendemmo in strada per la prima volta come Donne in nero, davanti alla Provincia. Oggi siamo molto positivamente colpite da quanti ci sono intorno a testimoniare il loro rifiuto del silenzio contro la strage in Palestina”

Annunziata Russo:”In questa piazza contro l’indifferenza, del governo e delle comunità. Il fatto che oggi ci sia tanta gente significa che c’è voglia di combattere contro l’indifferenza. Non ho un’idea su come proseguire nella protesta,vedremo”

Melina:”Siamo di fronte all’orrore, all’inumano……basta inviare armi a Israele…..e di fronte a uno sterminio non ci sono parole che tengano”

Maria Emilia Cunti:”Io ci sono come Maria Emilia, come Libera, come Coordinamento donne Anpi Caserta. Con tanti altri compagni e compagne, amici e amiche, vedo che questo evento insospettabilmente, pur organizzato in maniera molto veloce, ha colto la pancia di ognuno di noi. Siamo testimoni di un genocidio.Non si può chiudere gli occhi né spostare lo sguardo. Dobbiamo essere capaci di mantenere viva questa attenzione. E’ una sconfitta dell’umanità. Ed e’ possibile sviluppare queste iniziative facendo rete. Ci sono già state a Caserta manifestazioni per la Palestina, ma oggi questa partecipazione viva ci dice che c’è voglia di non restare in silenzio”

Elena Russo, segretaria confederale CGIL Caserta:”Una sensazione molto positiva, anche perché nell’ultimo anno avevamo tenuto molti presidi contro la guerra, per l’Ucraina, e questa partecipazione non si era mai vista. C’è una forte esigenza di dire la propria. Come CGIL saremo sempre in piazza qualora ci convochi una qualche realtà per evocare lo stop al riarmo, contro tutte le guerre, contro la strage in Palestina”

Raoul Piccirillo Rain Arcigay Caserta:”Caserta aveva bisogno di una tale chiamata….. soprattutto perché il 31 maggio ci sarà il Pride e la madrina sarà Priscilla, attivista da anni pro Palestina. E’ inumano che una persona come Priscilla sia fatta bersaglio di un’interrogazione parlamentare da parte dei salviniani per aver portato a gennaio i temi della Palestina in una scuola superiore di Acerra. Mi auguro che Caserta continui a risvegliarsi. E’ necessario fare rumore per capire i problemi e come risolverli. Contro la narrazione dominante”.

C’è stata ampia risposta della città e disponibilità della parte più sana delle realtà organizzate a convergere se c’è chi si prende la responsabilità di animare un prendere voce chiaro e fuori logiche di bandiera.