Palestina, 9 ottobre 2025.
Un giorno nuovo su Gaza, finalmente rinasce la speranza. Ahmed manda foto di rose: rose che erano nel giardino di casa sua, prima dell’8 ottobre 2023.
” Grazie a Dio per tutto. Un costo enorme e ricordi indimenticabili.
Nel corso di due anni, abbiamo scoperto chi erano i nostri amici e i nostri cari. Chi era puro è rimasto puro e non è cambiato. Quanto ai mercanti e ai corrotti, la storia non li perdonerà.
Risorgeremo nonostante il dolore e le ferite. È un messaggio che ci accompagna nonostante tutto il dolore e le difficoltà.
Gaza sorride di nuovo… nonostante le ferite Innanzitutto, ringraziamo Dio per la salvezza di ciò che resta del nostro popolo, che ha scritto le più forti epopee di fermezza di fronte ai massacri. Preghiamo per le anime dei nostri giusti martiri e per la pronta guarigione dei nostri eroici feriti. Ogni rispetto e apprezzamento per l’onesto e onorevole ruolo dell’Egitto e per il Presidente Abdel Fattah al-Sisi, che ha dimostrato che la dignità araba sopravvive ancora in un’epoca in cui le carte si confondono e la bussola si perde. Dopo questo massacro… non dobbiamo uscirne senza aver imparato qualcosa. Basta con questa futilità. È tempo che il pensiero strategico, non gli slogan, guidi le nostre decisioni. È tempo che la ragione prevalga sulle emozioni e che la logica trionfi sulle avventure distruttive. Le persone vengono prima di tutto. La loro dignità, la loro sicurezza, la loro vita e il loro futuro devono essere al di sopra di ogni ristretta considerazione politica e di ogni interesse di parte. Basta manipolare la religione e coinvolgere le moschee in progetti che non hanno nulla a che fare con la fede o il culto. I luoghi di culto sono solo per il culto. La religione è troppo nobile per essere usata come combustibile per conflitti settari. Abbiamo bisogno di vera istruzione, di seria ricerca scientifica e di una rivitalizzazione delle competenze e delle professioni. La catastrofe vissuta da Gaza ha chiaramente rivelato il pericolo di oscurare le menti, emarginare gli esperti e affidare il destino a sloganisti senza considerare le conseguenze. Questo sangue è una responsabilità. Queste macerie sono una testimonianza di chi deve andarsene e chi deve pagare il prezzo delle proprie decisioni. Gaza merita la vita… non slogan di morte“.