Napoli, 30 ottobre – Il sipario del Teatro Cilea si è alzato su un mondo sospeso tra realtà e fantasia con “Io come Betty”, lo spettacolo musicale che ha visto protagonista la giovane artista di Capri Fabrizia Salvia, conosciuta alle cronache per numerosi riconoscimenti, tra cui il premio musicale Sanremo Canta Napoli.“Io come Betty”, dopo il debutto alla Certosa di San Giacomo a Capri, approda a Napoli al Teatro Cilea – in unica data – con il suo omaggio a Betty Boop, l’icona degli anni ’30 nata dalla fantasia di Max Fleischer e Grim Natwick. Uno show che oscilla tra sogno e realtà, dove la celebre Betty Boop diventa “interprete ideale” della giovane artista, simbolo di grazia, passione e determinazione. Fabrizia Salvia, la voce che nasce dal cuore dell’isola azzurra, si avvicina giovanissima al canto e al pianoforte grazie al maestro Claudio Amitrano, che ne ha guidato i primi passi musicali. Il suo brano d’esordio, “Amami” – di cui è anche autrice – ha rappresentato il suo “battesimo artistico”, conquistando pubblico e critica e aprendo la strada a una serie di partecipazioni a festival e rassegne di rilievo. Determinata e appassionata, Fabrizia unisce talento e sensibilità, ponendosi come una voce emergente nel panorama musicale campano e nazionale.“Io come Betty”, spettacolo tra sogno e realtà scritto e diretto da Lina Marino, con la collaborazione alla sceneggiatura della regista e sceneggiatrice Vania Fereshetian, è un viaggio teatrale e musicale che reinterpreta la storia della celebre diva d’animazione degli anni ’30. Accanto alla protagonista, due grandi interpreti del teatro partenopeo, Sasà Trapanese e Francesco Viglietti, nei panni dei creatori Max Fleischer e Grim Natwick, accompagnano il pubblico in un racconto che fonde momenti teatrali e musicali, arricchito dalle tre coriste Francesca Marotta, Linda Cimmino e Giorgia Adaldo, un corpo di ballo di sei elementi con le coreografie Luciano Ceramaglia e Agostino Ripa e le voci dei rapper Zahra Farace Andrea Cataldo, Fabrizio Benevento. Il repertorio spazia dagli anni ’30 ai giorni nostri, reinterpretando brani iconici di Betty Boop e omaggiando la voce di Helen Kane, in un continuo gioco di rimandi tra passato e presente, tra mito e realtà.