Il Castello come specchio della città. Un bene da salvare, un futuro da costruire insieme

Maddaloni, primo incontro sul futuro del Castello delle Torri e del Parco. Sala Iorio gremita: cittadini, associazioni e istituzioni insieme per ridare vita al patrimonio storico

Non è stato soltanto un incontro pubblico quello che si è svolto ieri sera nella Sala Iorio della Biblioteca Comunale di Maddaloni. È stato, piuttosto, un momento di consapevolezza collettiva: la città che si guarda allo specchio e riconosce nel suo castello, nelle torri e nel parco, la propria identità ferita ma ancora viva.

La numerosa partecipazione di cittadini e associazioni ha dimostrato che il tema non è confinato alla memoria storica, ma riguarda il presente e il futuro. L’architetto Antonio Mereu e il dottor Antonio Tedesco, promotori dell’iniziativa, hanno saputo trasformare una campagna di sensibilizzazione in un’occasione di confronto concreto, richiamando l’attenzione sulla necessità di un’acquisizione istituzionale che restituisca al complesso monumentale dignità e prospettiva.

Il sindaco Andrea De Filippo, intervenuto a sorpresa, ha dato voce a un sentimento diffuso: la volontà di “fare squadra”, di unire istituzioni e cittadini in un progetto comune. Le sue parole hanno avuto il peso di un impegno politico e morale, un segnale che la città non è sola nel suo desiderio di riscatto.

L’architetto Mereu ha ricordato le condizioni di degrado del castello, ma lo ha fatto con lo sguardo rivolto al futuro: un recupero che non è solo restauro, ma occasione di rilancio culturale, economico e urbanistico. La riqualificazione dei borghi storici della Pescara e dell’Uliveto e la ripresa della “gronda verde” nel Piano Urbanistico Comunale diventano tasselli di una visione più ampia.

Il professor Angelo Schiavone ha richiamato la necessità di perseveranza e di educazione, anche nelle scuole, perché la memoria diventi patrimonio condiviso. L’artista Enzo Elefante, invece, ha aperto uno squarcio di immaginazione: il castello e il parco come simbolo di riscatto, ma anche le cave del territorio trasformate in un museo artistico all’aperto, dove la creatività contemporanea dialoga con la storia.

La firma collettiva dell’istanza da consegnare al sindaco non è stata un atto burocratico, ma un gesto di cittadinanza attiva. È il segno che Maddaloni vuole essere protagonista del proprio destino, e che il castello non è solo pietra antica, ma un bene comune da vivere e da reinventare.

In fondo, l’incontro di ieri ha mostrato che il futuro del Castello delle Torri e del Parco coincide con il futuro della città stessa: un futuro che si costruisce insieme, con coraggio, perseveranza e immaginazione.