Napoli perde uno dei suoi personaggi più carismatici e popolari: è morto a 73 anni Agostino ‘o pazzo, all’anagrafe Antonio Mennillo, il leggendario Cavaliere della Gilera 125, il centauro che negli anni Settanta trasformò via Toledo e i Quartieri Spagnoli nel suo personale palcoscenico. Figura sospesa tra mito e realtà, Agostino divenne una celebrità popolare ben prima dei social, semplicemente sfrecciando con la sua moto “truccata”, capace di inseguire e talvolta superare i limiti della fisica. Bastava il rombo del suo motore perché Napoli si fermasse: la gente scendeva in strada, si affacciava ai balconi, attendeva il suo passaggio come si aspetta quello di una cometa.Le sue scorribande erano spettacolo puro: impennate, fughe mozzafiato, curve impossibili tra i vicoli. La polizia lo inseguiva, lo braccava, ma quasi mai riusciva a raggiungerlo. In quegli anni, Agostino divenne un simbolo di ribellione contro i sequestri delle moto truccate e contro un clima percepito dai giovani come oppressivo.
Per alcuni era un capo spontaneo di piccole rivolte popolari, per altri un ragazzo che amava mettersi in mostra. Per tutti, però, era parte viva e vibrante dell’identità popolare napoletana. L’arresto in piazza del Gesù Nuovo segnò una svolta nella sua storia leggendaria. Da semplice centauro dei vicoli, Agostino approdò al cinema: venne scritturato per Un posto ideale per uccidere con Ornella Muti e Irene Papas, dove recitò se stesso. La sua abilità naturale in moto lo trasformò anche in stuntman per altre produzioni, portando sullo schermo quell’energia selvaggia che per anni aveva incendiato le notti napoletane. Per la città restò sempre “Masaniello in moto”, un ribelle capace di interpretare senza parole il malessere e la vitalità di una generazione. Il suo nome entrò nel parlare quotidiano: “Pare Austin ‘o pazz!” divenne il modo più spontaneo per descrivere chi sfrecciava senza paura tra traffico e vicoli.
Col passare del tempo, però, il Cavaliere della Gilera 125 depose il casco e scelse una vita più tranquilla, diventando antiquario in via Tribunali e seguendo la tradizione di famiglia. Una metamorfosi sorprendente, ma che non cancellò mai la sua aura: per Napoli rimase sempre un eroe popolare, un simbolo di libertà e sfida. Oggi la città lo saluta con un misto di nostalgia e ammirazione. Agostino ‘o pazzo se ne è andato, ma la sua leggenda continua a correre: tra i ricordi, nei racconti di quartiere, nel rombo immaginario di una Gilera che vola ancora.
