CONSIDERAZIONI POST NUBIFRAGIO SULLA CITTA’ DI CASERTA, CIRCONDATA DA PROMESSE DA MARINAIO

DI GIANCLAUDIO DE ZOTTIS

 

Caserta – dopo le  sfuriate temporalesche qualche considerazione è d’obbligo sulla situazione ‘ingegneristica’ a Caserta.

Il I cittadino l’avv Marino, si trincera dietro un silenzio assordante,

in  una città che va in paralisi, congestionata per due gocce d’acqua, figuriamoci per le scariche d’acqua forti , le cd bombe d’acqua.

Eppure, testuali parole sue durante il ballottaggio l’avv. dichiarava “realizzeremo subito un grande intervento e un piano di manutenzione straordinaria della città di Caserta. Le priorità sono costitutite dal rifacimento del sistema fognario, delle strade e della pubblica illuminazione. Spettacoli indecorosi, come quello della città invasa da fiumi d’acqua (e menomale aggiungiamo noi !!!) non sono più tollerabili. 

Il I passo è quello di effettuare uno screening territoriale, verificando lo stato dei sottoservizi (fogne, rete acqua e rete gas) poi sulla scorta dei dati raccolti, bisogna dare vita ad un grande piano di manutenzione che riguardi, in primis la rete fognaria, la pulizia delle caditoie ed il rifacimento delle strade che sottoporremo all’attenzione del governo regionale. Inoltre, voglio che ci sia un coordinamento fisso con i concessionari (rete telefonica, elettrica e digitale), che spesso intervengono in maniera impropria, arrecando ingenti danni alle strade e ai sottoservizi cittadini“.

Facciamo un ulteriore salto temporale a “gambero”, il 20/07/2011, durante il consiglio comunale l’allora consigliere Cobianchi dichiarava “ci sono problemi nel piano triennale delle opere che non vengono affatto trattati o sottodimensionati nelle urgenze e nella gravità. Noi di recente a Caserta abbiamo avuto un evento metereologico indubbiamente straordinario, che ha trasformato la città in una condizione da stato post calamità naturale.

Il problema evidenziato è molto serio, già dagli anni 90 in poi i servizi, tra cui quello dello  smaltimento delle acque, si sono appoggiate su arterie fognarie che erano state progettate negli anni 60/70 per alcuni quartieri, e viva DIO che gli ingegneri dell’epoca avevano molto ben calcolato e sovradimensionato il problema, applicando un coeficente di sicurezza, o quant’altro, altrimenti noi ad oggi saremo veramente in rovina. Ma la cosa che fa più impressione è c.so Trieste dove abbiamo visto tutti su internet le immagini del corso trasformato in un fiume. I lavori su Corso trieste, sono terminati da tempi tali che a mio sommesso avviso, consentirebbero all’amm.ne comunale di esercitare azioni di responsabilità, rispetto a progetti mai fatti o lavori mal eseguiti ed è sotto gli occhi di tutti che la precedente ammnistrazione, una delle cose a cui ha completamente derogato, rispetto ai propri doveri istituzioniali, è quello del controllo dei cantieri. Anche nei progetti che per la natura di alcune parti, Caserta sorge su un suolo tufaceo, un tale accumulo di acque può creare pericoli concreti per pubblica e privata incolumità, mi rivolgo anche all’ amico Palmiero, se sbaglio corregimi, cioè i palazzi che sorgono sulle cave di tufo da cui si realizza il materiale per la costruzione stessa dei palazzi, qualora queste cave siano invase dall’acqua e pososno subire dissesti stratici, gravi/irreparabili, irreversibili, perchè a lungo imbevuto di acqua il tufo cambia le proprietà microcristalline, irreversibilmente. D’altra parte, abbiamo già osservato che per motivi che sfuggono ad un’ analisi che non sia approfondita, quando c’è stato il terremoto dell’80, praticamente l’intero comparto degli edefici del Corso Trieste ha subito gravi danni strutturali, serissimi sino a richiedere che molti di questi edifici fossero inibiti all’utilizzo ed alcuni di quelli testano chiusi dall’evento sismico dell’80. Allora in un piano triennale delle opere, di prevenzione di dissesti e disastri di natura idrogeologica, anche in pieno centro urbano; non vedo nulla di tutto ciò”.

Il discorso di Cobianchi è attualissimo eppure e’ di 7 anni fa, sembra un DEJA-VU.

Gli attuali goveranti dovrebbero sapere che tali eventi atmsferici, non appartengono più alla straordinarietà ma sono catalogati come prevedibili.

Le ‘bombe d’acqua’ si stanno verificando da diversi anni, per cui se il tempo le stagioni e le condizioni atmosferiche sono cambiate, una società deve adeguarsi e prendere provvedimenti, anche nelle semplici cose, la pulizia delle caditoie, l’adeguamento dei collettori, dei sottopassi ecc.

Oggi siamo testimoni di mutamenti climatici epocali, adattare il nostro territorio la nostra tanto amata e bistrattata ‘ terra di lavoro’, significa scongiurare costi umani e naturali molto più pesanti.