di Marco Natale
Nel richiamare il Vangelo di questa domenica, Papa Francesco, prima del consueto appuntamento con i fedeli prima della recita dell’Angelus, sottolinea come sia importante comprendere il comandamento dell’Amore. Israele è stato il primo popolo a sperimentare quanto ciò sia importante. Uno scriba, dice il Papa, chiede a Gesù quale sia il “primo tra tutti i comandamenti”. La risposta che riceve è molto chiara, non si allontana da quella che era la fede del “popolo eletto” ma nello stesso tempo aggiunge qualcosa in più: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente, con tutta la tua forza. […] Amerai il tuo prossimo come te stesso» . Con queste due parole, continua il Papa, Gesù ci vuole insegnare come “l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro”. E’ un messaggio che stravolge il modo di pensare di molti. Amare il prossimo significa “cercare di perdonare senza limiti e coltivare relazioni di comunione e fraternità”. L’evangelista Marco, conclude il Papa, non si preoccupa di specificare chi è il prossimo, perché il prossimo è la persona che io incontro nel cammino, nelle mie giornate. Ciò che Gesù vuole che ciascuno di noi faccia concretamente, giorno dopo giorno, è di “non essere proiettati solo verso le urgenze dei fratelli più poveri”, sarebbe troppo semplice fare l’elemosina a qualcuno, ma ciò che conta davvero è “essere attenti alla loro necessità di vicinanza fraterna, di senso della vita, di tenerezza”. In poche parole egli ci invita ad essere misericordiosi, ad usare il nostro cuore. Sono queste le caratteristiche che riusciranno a donare al nostro vicino ma anche a noi stessi la concretezza del “Vero Amore”