Da Kabul giungono le tragiche immagini di aerei presi d’assalto dal personale diplomatico e civile in fuga dal paese ormai in mano ai talebani. Intanto i voli civili sono stati sospesi e sono stati sparati in aria anche alcuni colpi di armi da fuoco.
Il commento di Gianni Cuperlo (PD)
”Le notizie e le immagini che giungono da Kabul descrivono una tragedia in corso e sono il prodotto di un fallimento strategico che investe l’Occidente dopo i primi vent’anni del nuovo secolo. Aerei assaltati letteralmente da personale diplomatico e civile in fuga da un paese che ha visto negli ultimi giorni il dissolvimento delle forze armate, addestrate in particolare dagli americani, mentre il presidente Ghani, la moglie, il capo dello staff e il consigliere per la sicurezza nazionale sono riparati a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan. I talebani sono entrati Kabul prendendo possesso del palazzo presidenziale dove sventola il simbolo dell’Emirato islamico. Oggi è prevista la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma il semplice annuncio somiglia cupamente alla convocazione dell’agenzia funebre dopo l’avvenuto decesso. Non sono un esperto di politica internazionale e come voi leggerò analisi e commenti di chi, per motivi diversi, opera sul campo o studia da decenni il contesto asiatico. Nell’immediato si moltiplicano gli annunci di un pericolo enorme sulla testa di una popolazione provata da decenni di conflitti, morti, stragi. La scena più angosciante riguarda il futuro delle donne, delle giovani donne, delle bambine, a fronte di un ritorno della repressione brutale di libertà e autonomia per ciascuna di loro. Iraq, Afghanistan, Siria, Libia: l’elenco degli Stati dove la realtà è fatta di una destabilizzazione crescente segna il vuoto di una visione capace di dar vita a un nuovo ordine mondiale dopo che il vecchio non esiste più. Le stesse parole del presidente Biden, poche settimane fa, circa la garanzia di una transizione gestita e gestibile per l’Afghanistan rivelano l’incapacità della ex potenza americana anche solo di pianificare azioni dotate di raziocinio alla prova dei fatti. Il nostro governo dichiara di essere impegnato a tradurre in salvo non solo il personale diplomatico, ma i civili afghani che hanno collaborato negli anni alla gestione della missione nostra e degli altri paesi coinvolti. È il minimo che possiamo fare”
Il commento del prof G. Breccia
“La faccio molto breve. C’è modo e modo di combattere, vincere o perdere le guerre.
Nei libri di storia del prossimo secolo – se ci saranno ancora – il 15 agosto del 2021 verrà ricordato come la data di morte dello (pseudo)-impero americano.
Perché Biden e il suo Segretario di Stato Blinken, sono riusciti a coprirsi (e coprire l’Occidente) di ridicolo, oltre che di vergogna, con le loro dichiarazioni degli ultimi giorni. I lettori di Tolstoj ricorderanno la scena di Napoleone che, di fronte a Mosca, aspetta che “i boiari” escano a presentargli le chiavi della città. Ma non arriva nessuno, i russi non intendono riconoscere la sua conquista; l’imperatore si innervosisce, la cerimonia che aveva preparato lo fa sentire ridicolo di fronte a tutto il suo Stato Maggiore. E Napoleone si rende conto che “il ridicolo” sta uccidendo il suo prestigio più di una sconfitta sul campo, e che quel momento segna l’inizio della sua fine. Blinken che ieri dice in conferenza stampa “la missione in Afghanistan è stata comunque un successo” ha fatto ridere il mondo intero. Le parole di Biden “non sarà come Saigon, non evacueremo la gente dal tetto dell’ambasciata” ripetute mentre passa il video di un Chinook che atterra sul tetto dell’ambasciata di Kabul hanno fatto ridere il mondo. Quando la sconfitta e la tragedia diventano ridicole, è la fine”
Intanto dal Post apprendiamo questa notizia
“Dall’arrivo dei talebani a Kabul, domenica, migliaia di afghani e cittadini stranieri si sono precipitati all’aeroporto internazionale della capitale per cercare di lasciare l’Afghanistan. Nelle ultime ore la situazione è diventata sempre più caotica: prima sono stati sospesi tutti i voli civili, e permessi solo quelli militari, poi i soldati americani arrivati per mettere in sicurezza l’aeroporto e favorire le operazioni di evacuazione del personale diplomatico hanno sparato colpi d’arma da fuoco in aria per evitare che i civili afghani salissero sugli aerei”