Due sono gli anziani ritrovati mummificati in casa solo nell’ultima settimana. Da Catania a Milano, non cambiano molto le cose: storie di solitudini dimenticate, che la società riscopre solo quando “avanza qualcosa” da loro.
A Pedara, nel Catanese, il 16 ottobre il corpo di un uomo di 86 anni è stato trovato in avanzato stato di mummificazione all’interno della sua abitazione, al primo piano di una palazzina di tre piani. Una scoperta shock, avvenuta per caso, che ha messo fine a un silenzio durato tre anni. L’uomo, che viveva da solo, non aveva più contatti con nessuno. I vicini pensavano si fosse trasferito o fosse ospitato da qualche parente. Invece, la solitudine aveva già chiuso la porta dietro di lui. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Pedara e i vigili del fuoco del distaccamento di Acireale, che hanno forzato l’ingresso e trovato il corpo.
Una storia diversa solo nei dettagli, ma identica nella sostanza, arriva da San Giuliano Milanese, a sud-est del capoluogo lombardo. Qui, in via Emilia, il 22 ottobre i resti ossei di Celestina Amelia Vacchini, nata nel 1935 e originaria della provincia di Pavia, sono stati rinvenuti nella casa dove viveva sola. Anche lei, invisibile da anni. La scoperta è avvenuta per caso: l’ufficiale giudiziario era entrato nell’abitazione per un pignoramento legato a debiti accumulati — probabilmente quando la donna era già morta.
Dentro, solo silenzio e il corpo ridotto a scheletro, ancora vestito. Nessun parente, nessun amico, nessun segno di contatti recenti. I vicini, interpellati, hanno raccontato di non sapere nemmeno che quella casa fosse abitata: “Le finestre sono sempre state chiuse”, dicono. Secondo le prime stime, la donna sarebbe morta da almeno cinque, forse dieci anni.
Due casi lontani, ma uniti da una stessa assenza: quella di una rete sociale capace di accorgersi della sparizione dei più fragili. Due solitudini estreme che diventano notizia solo quando ormai non c’è più nessuno da soccorrere. In fondo, è la stessa storia che si ripete, sempre uguale — quella di un Paese che invecchia, ma troppo spesso dimentica di guardare chi gli sta accanto.