Sabato 4 ottobre alle ore 17:30, presso le sale del piano nobile del Castello medioevale di Rocca d’Evandro che negli ultimi mesi ha visto il completamento dei lavori di restauro, sarà inaugurata nell’atmosfera dell’equinozio d’autunno e nell’ambito della 21a Giornata del Contemporaneo, la mostra ARCANGELO. Transiti dell’immaginario
L’esposizione promossa dal Comune di Rocca d’Evandro, in collaborazione con i partner culturali Museo-FRaC Baronissi, Fondazione Rossi, Associazione Culturale Ars-Ubivitae, Associazione Flangini e il sostegno della CIACCIO ARTE Broker Insurance Group, chiude la rassegna “Stagioni” che, dal dicembre dello scorso anno, ha segnato e segna le attività del MaRƎ , in particolare il programma della Collezione d’Arte Contemporanea, con le mostre personali di Franco Marrocco, di Ugo La Pietra e di Mario Raciti che ha scandito i giorni del solstizio d’estate.
Curata da Massimo Bignardi la mostra tocca, in sintesi, momenti salienti dell’esperienza artistica di Arcangelo, tracciando un sintetico percorso che, dal 1983 con opere tratte dal ciclo Terra mia quando si afferma sulla scena internazionale, passando per Misteri degli anni novanta, giunge ai nostri giorni con le mirabili Magnolie.
“Con la mostra dedicata all’artista Arcangelo – osserva Emilia Delli Colli sindaco di Rocca d’Evandro – si rafforza la linea progettuale del MaRƎ, il nostro giovane museo che, nell’arco di poco meno di un anno, ha promosso una vivace attività espositiva allestendo mostre personali di noti artisti italiani contemporanei, ampiamente riconosciuti sulla scena internazionale.
La proposta di allestire una mostra che tocca alcuni momenti dell’esperienza artistica di Arcangelo che ho condiviso con i proff. Massimo Bignardi e Franco Marrocco, è un’ulteriore prova della validità del progetto museale che va a rafforzare l’attenzione sulle capacità e sulle possibilità del nostro territorio che si riconosce nel Castello, tornato, dopo il lungo restauro, al suo splendore”.
“[…]Questa dedicata ad Arcangelo – scrive Bignardi – è una mostra che tocca alcuni significativi momenti della sua vicenda artistica e tratteggia un arco che copre quattro decenni, dagli anni ottanta, quando nel entusiasmo del ritorno alla pittura, l’artista riesce ad enucleare una sua personale visione della pittura ad alcune tele del ciclo Magnolie, realizzate nel corso di quest’anno. Sono lavori che testimoniano la capacità del suo linguaggio di tenere insieme sia la duttilità di un segno dichiaratosi mediatore di un cammino verso l’altro, proprio della speranza come suggerirebbe Heidegger, capace cioè di tradurre forme d’esistenza prive della centralità del Sé, sia l’abilità di gestire il colore facendo ricorso alla vibrante luminosità che è propria del pigmento dato in polvere, conservando un effetto della visione. In sostanza, quindi, non sono altro che luoghi dell’irreale nei quali l’immaginario dell’artista transita senza sostare, in pratica a monte del Sé. Sono luoghi liberi da definizioni; la libertà è ciò che l’arte ci consegna come valore ontologico, che non chiama in causa la memoria, intesa quest’ultima come un magma sul quale è sospeso il presente, tantomeno le tracce di disordinati ricordi perché per esser tali v’è la necessità di una sollecitazione dei sensi (per esempio l’olfatto quando avvertiamo un profumo a noi noto), meno che mai l’affiorare di materiali lasciati risalire dall’ onirico.
Per Arcangelo sono luoghi che potremmo iscrivere nella sfera dell’archetipo che affiorano nel presente, misura del suo ‘essere-nel-mondo’[…]”.
Nel corso della serata inaugurale sarà presentata anche Komorebi, il dipinto che Franco Marrocco dona al MaRƎ, per l’Equinozio d’autunno e che va ad affiancare i tre grandi dipinti presenti nella collezione del museo. Ha dominare l’impianto cromatico sono i toni bruciati di colori quali Terra di Siena, l’ocra, che lasciano affiorare trame del sottobosco, visioni conservare nella parte viva della memoria. La mostra resterà aperta fino al 9 dicembre 2025. L’INGRESSO È GRATUITO
Arcangelo Esposito, in arte Arcangelo, nasce ad Avellino nel 1956. Nel 1976 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove si diploma nel 1980. Nel 1981 si trasferisce a Milano. Nei primi anni ottanta nasce il ciclo Terra mia e nel 1984 partecipa alla collettiva “Perspective”, in occasione della Fiera di Basilea.
Seguono le personali alla Galleria Tanit di Monaco e alla Galleria Buchman di Basilea. Nel 1985 prende parte alla collettiva “Nuovi Argomenti” al PAC di Milano ed espone in mostre personali alla Galleria Janine Mautsch di Colonia, Harald Behm di Amburgo e Klaus Lupke di Francoforte. Inizia le sculture intitolate Montagne Sante. Nel 1986 gli sono dedicate nuove personali a Villa Waldberta (Germania), alla Galleria Engström di Stoccolma e allo Studio Guenzani di Milano e prende parte alle collettive “XI Quadriennale di Roma”, “Prospect ‘86” alla Kunstverein und Shirn Kunsthalle di Francoforte e “Dopo il concettuale” al Museo Provinciale d’Arte di Trento.
Nel 1987 espone al P.A.C. di Milano e al Museum der Stadt di Esslingen. Verso la fine degli anni ottanta nascono gli Altari e tra il 1989 e il 1990 inizia il ciclo dei Pianeti. Nel 1990 compie un viaggio in Africa con Giuseppe Spagnulo, Pietro Coletta e Antonio Paradiso. I lavori della serie Dogon, sono presentati al Kunstverein di Bonn nel 1991. Nel 1992 espone al Museo d’Arte Moderna di Tolosa, nel Réfectoir des Jacobins. Nel 1993 tiene mostre personali al Centro d’Arte Contemporanea La Ferme du Buisson di Marne-La-Vallée, alla Galleria Municipale d’Arte Contemporanea di St. Priest, alla Kodama Gallery di Osaka e alla Galleria Gentili di Firenze. Nel 1994 espone le Stanze alla Galleria Otto di Bologna, ed è di nuovo da Tanit a Monaco e poi da Alice Pauli a Losanna. Tra il 1993 e il 1994 espone in Giappone, al Fukuyama Museum of Art e in Francia, al Museé d’art Moderne, Réfectoire des Jacobins di Tolosa e al FRAC Midi-Pyréneés.
Nel 1995 con Pino Tripodi, Primo Moroni e Daniele Farina, organizza “Leonkart” al C.S.O.A. Leonkavallo di Milano. Nel 1996, alla Galleria Di Meo di Parigi, presenta Le Navi in cera. Durante l’estate nasce il ciclo dei Misteri. Tra il 1996 e il 1997 espone alla Galleria Tanit, alla Otto di Bologna, alla Janine Mautsch di Colonia e alla Galleria Bernard Cats di Bruxelles.
Nel 1998 la Civica Raccolta del Disegno di Salò gli dedica una personale. Lo stesso anno Arcangelo inizia il piccolo ciclo di Verso Oriente e, successivamente, al Caffè Florian di Venezia, espone le sue Anfore di terracotta. Nel 1999 riceve il primo Premio Suzzara di pittura. Sempre nel 1999 i Tappeti Persiani sono esposti in una personale alla Galleria Fumagalli di Bergamo. Nel 2000, presso Lorenzelli Arte, a Milano, tiene la personale “Tappeti Persiani, sarcofago, anfore”. Subito dopo realizza con Pizzi Cannella la mostra “A Quattromani”, alla Galleria Otto di Bologna. Nel 2000 partecipa alla collettiva “Generazione Astratta” alla Fondazione Bandera per l’Arte di Busto Arsizio. Nell’estate del 2001 nasce il nuovo ciclo dei Sanniti. Alla fine dell’estate del 2001 l’artista dipinge i Feticci e realizza gli Orti in ceramica. Nel maggio 2002 partecipa alla collettiva “Bianco Italiano” da Lorenzelli Arte, a Milano. Nel 2003 viene pubblicata la monografia “Arcangelo” (Edizioni Quattroemme, Perugia). Nel 2015 riceve il premio Bugatti-Segantini per la sua carriera artistica. Significative le personali promosse dal 2015 al 2025, tra queste: A sud del mondo, Progettoarte-elm, Milano del 2016; Via Appia, Galleria Francesco Clivio, Milano e al Castello di Arena Po, Arena Po entrambe del 2017, mentre del 2019 figurano Fiori di croco, Marcorossi artecontemporanea, Pietrasanta, Milano, Verona e Le Mie mani toccano la terra, al Museo MA*GA, di Gallarate. Nel 2022 realizza il Palio di Legnano; del 2023 quella alla Galerie Tanit, Monaco di Baviera, Terra Mea allestita presso la Galerie Mazarine Variations di Parigi e Back to the Future tenutasi alla Lorenzelli Arte di Milano, Morfina e Metamorfosi, Fondazione VOLUME! di Roma, mentre del 2025 è Arcangelo, Anni novanta, allestita alla Marcorossi artecontemporanea di Milano.
ARCANGELO Transiti dell’immaginario
Curatore della mostra: Massimo Bignardi
Organizzazione: Comune di Rocca D’Evandro
Coordinamento: Melania Marrocco
Grafica: Enzo Ricciardi
Segreteria: Tel. 0823906286
Partner: Museo-FRaC Baronissi, Fondazione Rossi, Associazione Culturale Ars-Ubivitae ,Associazione Flangini e il sostegno della CIACCIO ARTE Broker Insurance Group