CASAL DI PRINCIPE, DON PEPPE DIANA: IL “PASTORE” DEL SUO AMATO POPOLO, UCCISO DALLA CAMORRA. DOMANI LA RICORRENZA. PARLANO FRANCESCO DIANA E DON SERGIO ADIMARI

di GESUALDO NAPOLETANO

CASAL DI PRINCIPE – Domani è la 23esima ricorrenza della barbara uccisione di don Peppe Diana, avvenuta a Casal di Principe nel lontano 1994 ad opera della camorra. Una giornata davvero importante per i cittadini di Casal di Principe, ma soprattutto per l’intera regione. Don “Peppino” Diana, un uomo prima che un sacerdote sempre al servizio del suo popolo, sempre disposto ad aiutare la gente che ha vissuto durante gli anni dell’assoluto dominio della camorra casalese. Un impegno civile e religioso contro la camorra dettato dall’amore per il suo popolo. Ha cercato in tutti i modi di sostituirsi all’assenza di uno Stato indifferente che per anni, e ancora oggi, si è “alleato” con il terrore, con la violenza, con i soprusi, in due sole parole….con la criminalità organizzata. Il popolo casalese domani, come ogni anno, vuole ricordarlo nel miglior modo possibile, anche perchè come disse lo scrittore Cesare Pavese: “Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”. E sono proprio gli attimi che vanno coltivati e vissuti, per non cancellare quella memoria che serve a noi mortali per non continuare a sbagliare, o meglio ancora per combattere contro chi commette illegalità.

In questo momento per le vie della città ci sono 250 scout ad animare le piazze. Questa sera dormiranno a casa della gente del posto a mò di albergo diffuso, proprio a sottolineare la grande accoglienza di Casal di Principe. Domani mattina ci sarà la deposizione dei fiori sulla tomba di don Peppe Diana, alla quale seguiranno la messa alle ore 10.30 ed un corteo che “marcerà”  fino a parco don Diana. E si concluderà con lettura del documento “per amore del mio popolo”.
Questa l’intervista fatta a Francesco Diana, membro del direttivo del Comitato don Diana, che da anni si batte contro la camorra ricordando e coltivando il messaggio di don Peppino Diana.
Cosa significa per il popolo di Casal di Principe questa ricorrenza?
“Che non dobbiamo smettere mai di adoperarci per la costruzione di comunità solidali e sane!”
Che azione svolge il comitato don Diana sul territorio di Casal di Principe?
” Ci imbattiamo soprattutto nella promozione di buone pratiche, e nella promozione della costruzione di reti di responsabilità. Ovviamente il nostro impegno è rivolto a cittadini, scuole, imprese e organismi del terzo settore”.
Ad oggi Casal di Principe si sente ancora abbandonata dallo Stato oppure le istituzioni vi sono vicine?
“Non possiamo dire di essere abbandonati come gli anni addietro, ma c’è ancora tanto da fare e questo territorio merita un’attenzione particolare da parte delle istituzioni, non perché vogliamo sentirci dei privilegiati, ma perché i problemi sociali accumulati negli anni addietro sono tanti e c’è bisogno di azioni mirate. Sul versante repressivo si vedono azioni continue da parte dello Stato, ora ci auguriamo di vederne tante sul versante preventivo”.
Un forte messaggio lo ha voluto dare anche don Sergio Adimari, sacerdote della Chiesa di San Bartolomeo Apostolo di Caserta. Uomo sempre vicino alla sua comunità, ed impegnato ad aiutare i bisognosi. Queste le parole di don Sergio:
“Don Peppino Diana è stato un uomo di Chiesa che ha voluto fare della sua vita una coerenza con il Vangelo schierandosi dalla parte degli ultimi, rappresentati dagli immigranti sfruttati e vessati. Rimane ancora viva la memoria e per certi versi uno stimolo alla Chiesa di oggi di essere la voce dei poveri inascoltati. Un sacerdote come don Diana che non ha avuto paura di affrontare le minacce a costo della propria vita per ribadire la forza della legalità, della giustizia e dell’amore cristiano in un luogo dove tutto ciò era sommerso dalle faide camorristiche che hanno soppresso ogni dignità umana. Grazie a don Peppino oggi la Chiesa non teme di annunciare con forza ciò che egli ha testimoniato con la sua vita e la sua morte”.