Caserta. In un momento storico ed economico come quello attuale, in cui tutto viene trasformato dal tocco inconfondibile e quasi magico del PNRR, non possiamo fare a meno di notare, pero’, come, di pari passo a questa profonda esigenza di rimodulare l’ambiente esterno, vi sia, altresi’, una Campania abbandonata: edifici e luoghi , che raccontano la storia della nostra terra e che sono spesso pericolanti, lasciati in uno stato di precarieta’e fatiscenza.
Fra i tanti siti, accomunati da questa condizione di degrado, la nostra attenzione e’ricaduta sulla ex Fabbrica del Vetro ex Saint Gobain , posta al limite tra il Rione Acquaviva e San Nicola La Strada, nella zona sud del capoluogo di provincia.
Nei giorni scorsi, e’ stato pubblicato dal Comune di Caserta il bando di gara per l’affidamento dei lavori che cambieranno il volto del quartiere Acquaviva. Il bando riguarda gli interventi di “Riqualificazione assi viari esistenti, riorganizzazione percorsi ciclo-pedonali, verde attrezzato e decoro urbano” per un importo di circa 4,2 milioni di euro.
Eppure, l’ ex fabbrica Saint Gobain rimane un sito off limits : negli anni scorsi, un’ indagine della Procura e un blitz congiunto di Carabinieri e Polizia Ambientale hanno portato alla luce, nel sottosuolo,la cosiddetta ” piscina rossa”, ovvero un accumulo di rifiuti tossici sotterranei, per lo piu’ metalli pesanti, tra cui l’arsenico, che finiscono direttamente nei pozzi limitrofi destinati alla fertirrigazione.
Si tratta, in sintesi, di uno dei piu’ noti reperti di archeologia industriale, oggi un rudere dimenticato caratterizzato da una lunghissima ciminiera esterna , mentre nella sala interna principale si individua l‘ampia bocca del condotto, dove veniva fusa la miscela iniziale del vetro.
Nel resto della fabbrica solo pozzanghere di acqua sulle quali e’ possibile rinvenire resti di vecchi macchinari e scatole metalliche. Dai soffitti pendono lastre e lamiere.
Questa fabbrica fu aperta negli anni ’60 come filiale campana della prestigiosa azienda francese Saint Gobain adibita alla produzione di lastre di vetro per finestrini di automobili. L’area industriale si estendeva su di una superficie di circa 500.000 metri quadri . Quattro imponenti edifici di diversi colori, rosso, arancione, giallo ocra e giallo paglierino, componevano l’imponente macchina industriale Saint Gobain.
Un sogno industriale per la Terra di Lavoro circa sessanta anni fa, un sogno che è rimasto tale.
Purtroppo, la fabbrica falli’ dopo circa 30anni ed oggi, quasi come una premonizione, della vecchia struttura rimane un cadavere metallico che ne’ lo Stato ne’gli imprenditori privati sono stati in grado di riportare in vita.
Nell’area dell’ex fabbrica Saint Gobain , oggi di proprieta’ della famiglia Coppola, e’ stato ricostruito i l set de “L’amica geniale”, la serie televisiva tratta dall’omonima quadrilogia di libri di Elena Ferrante, circa 60mila metri quadrati per ricreare il quartiere Luzzatti della Napoli anni ’50, dove’è ambientata una parte della storia.