Un animato e colorato corteo ha attraversato le strade del capoluogo ieri pomeriggio come non se ne vedeva da molto tempo. Finalmente la “città distratta” ha dato segni vitali e ha esibito il suo volto più solidale ed emotivamente sociale. Centinaia di persone di ogni età, tanti giovani, hanno sfilato lungo via San Carlo fino a piazza Ruggiero, dove la manifestazione si e’ conclusa, intonando l’iconico coro “Palestina libera”.
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L’ “equipaggio di terra a sostegno della Flotilla” anche da Caserta ha voluto inviare un messaggio forte e chiaro: bisogna fermare il genocidio, bisogna impedire ai criminali dell’esercito israeliano di continuare la carneficina.Tante le bandiere presenti, da quelle del sindacato a quella della pace e, soprattutto, a quelle della Palestina. Erano presenti numerose realtà e associazioni, forze politiche e sindacali, CGIL, Cobas, USB, Anpi, Avs, PCI, M5S, Potere al popolo, oltre a tanti studenti e giovanissimi. La manifestazione ha registrato la presenza del sindaco Giuseppe Vozza di Casagiove. Mons. Pietro Lagnese, vescovo di Caserta e arcivescovo di Capua, è intervenuto portando il messaggio diffuso in occasione della manifestazione: “Quanto sta accadendo nella striscia di Gaza è ignobile, vergognoso, disumano, deplorevole, indegno, spregevole, orribile.
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Quanto avviene in quel territorio va fermato immediatamente. Niente rende ammissibile l’immane tragedia ai danni del popolo palestinese”. In queste ore Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, ha deciso di rientrare in Italia «al fine di condurre un dialogo diretto con le istituzioni per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto». Le condizioni di sicurezza della Flotilla si fanno precarie ma l’equipaggio non vuole abbandonare il senso della missione, ossia cercare di accendere le luci su quello che è il genocidio che sta avvenendo a Gaza. L’Italia, come Stato parte della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio e dello Statuto di Roma, e firmataria della Dichiarazione di New York, deve assumersi la responsabilità storica di operare per il rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale. Il governo non può ignorare la voce della società civile che chiede di agire immediatamente e con determinazione per fermare il genocidio a Gaza. Non c’è piú tempo per le parole.
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