Sabato 29 novembre alle ore 20:30 e domenica alle ore 19:00 da Catania, al Piccolo Teatro Cts di Caserta, arriva Mario Sorbello e Maria Luisa Lombardo in DINO IN ARTE CAMPANA. Un viaggio su una delle voci più nuove della poesia europea dove si amalgano suoni, colori, musica, in potenti bagliori immaginifici. Attraverso una vita da diverso, il poeta sogna una poetica europea da fondersi con la civiltà latina . I versi, attraverso il suo narrare, diventano faro e punto di comunione tra vita e poesia. L’ incontro con un nuovo sentimento amoroso, Sibilla Aleramo, è una continua ricerca di un giusto amore che possa dare sollievo ai mali del poeta. Ma tutto ciò si trasformerà in una sconfitta fisica e morale. A proposito del dissidio tra Campana e l’ambiente letterario fiorentino si leggano le
parole che Campana scrisse a Papini in una lettera del maggio del 1943 “E se di arte non capite più niente cavatevi da quel focolaio di càncheri che è Firenze e venite qua a Genova: e se siete un uomo d’azione la vita ve lo dirà e se siete artista il mare ve lo dirà. Ma se voi avete un qualsiasi bisogno di creazione non sentite che monta attorno a voi l’energia primordiale di cui inossare i vostri fantasmi? Accademia della Crusca. Accademia dei Lincei. Accademia del mantellaccio: sì, voi siete l’accademia del Mantellaccio; con questo nome ora vi dico in confidenza, io vi chiamo se non rispettate di più l’arte. Mandate via quella redazione che a me sembrano tutti cialtroni. Essi sono ignari del «numero che governa i bei pensieri». La vostra speranza sia fondare l’alta coltura italiana. Fondarla sulviolento groviglio delle forze nelle città elettriche sul groviglio delle selvagge anime del popolo, del vero popolo, non di una massa di lecchini, finocchi, camerieri, cantastorie, saltimbanchi, giornalisti e filosofi come siete a Firenze. Sapete, essendo voi filosofo sono in diritto di dire tutto: del resto vi sarete accorto che sono un’intelligenza superiore alla media. Per finire, il vostro giornale è monotono, molto monotono: l’immancabile Palazzeschi, il fatale Soffici: come novità: Le cose che fanno la Primavera.
In verità vi dico tutte queste cose non fanno la Primavera ma l’inverno. Ma scrivete un po’a Marinetti che è un ingegno superiore, scrivetegli che vi mandi qualche cosa di buono: e finitela colla critica”