In mattinata presso l’ISIS G. Filangieri è stato rappresentato lo spettacolo “Fisica/mente” di Luciano Melchionna, rientrante nelle iniziative per l’orientamento finanziate dai fondi PNRR.
Dopo i saluti istituzionali della Dirigente Immacolata Corvino e della DSGA Carmen Sigillo ha avuto inizio davanti a una platea di studenti in religioso silenzio, l’intenso ed emozionante monologo dell’attrice Martina Galletta. La protagonista, è un’atleta che dopo l’amputazione delle gambe, grazie alle quali era riuscita ad ottenere un certo successo, trova la forza di vivere una vita diversa, ma con lo spirito da campionessa che l’ha sempre contraddistinta. La diversità diventa ,infatti, il presupposto per comprendere ed amare ancora più intensamente il mondo, rispetto a quando aveva davanti a sé il “bicchiere pieno” e non beveva. La campionessa nel suo monologo sofferto, profondo, triste e allo stesso tempo inneggiante alla vita, affida al nipote il compito di tramandare il significato della sua esperienza di vita.
“Avrei voluto correre e saltare.
Come dentro, anche fuori.
Avrei voluto continuare, avrei voluto continuare a vincere.
Per me.
Per i miei genitori.
Mia sorella sarebbe stata fiera.
Ho fatto un’altra vita.
Ho corso un’alta corsa”
Quanta gente cammina stanca, vive per inerzia e non coglie la bellezza di tutto ciò capita loro e li circonda. Quanta gente disperde le proprie energie in frivolezze o non si accontenta del proprio aspetto o degli affetti che dovrebbero scaldargli il cuore. In una condizione di menomazione, pur nel dolore e nella sofferenza è possibile accedere, invece, a una dimensione differente della vita e a riconsiderare scelte e prospettive. Si impara ad affrontare il rischio di vivere quando non ci si identifica con quello che ci è accaduto, quando si riesce a superare la disperazione, che diventa motivo di rinascita.
“Ero quello che mi era accaduto, adesso sono con quello che mi è accaduto, ma ho dovuto attraversare tutto il dolore del mondo . Superare il dolore senza più paura: questi sono i campioni”.
Questo e molto altro è stato lo spettacolo di stamattina, che ha consentito ai giovani spettatori di immedesimarsi nella sofferenza della protagonista, di comprendere(molto più che attraverso un dibattito o un seminario) cosa significhi essere ‘diversi’, subire la perdita di un arto senza perdersi d’animo, senza ritenersi sconfitti. Questo spettacolo, che in più punti ha suscitato commozione, ha mostrato ai giovani allievi del Filangieri come accettarsi sia fra le più belle conquiste a cui un essere umano possa aspirare e che corpo e mente possono supportarsi a vicenda e compensarsi.


