Giardino inglese nel degrado. La segnalazione

Inaccettabile il degrado del Giardino Inglese della Reggia di Caserta

Il Gruppo di lavoro 31 agosto, costituito con l’obiettivo primario di tutelare il verde del Parco della Reggia di Caserta oltre che il patrimonio storico culturale del territorio casertano.

Con tali presupposti ed a seguito di varie segnalazioni ha effettuato con il supporto di esperti, attenti sopralluoghi nel Giardino Inglese rilevando un imbarazzante stato di degrado di questo straordinario sito. Infatti sono state osservate e fotografate diverse piante morte alcune delle quali, con molta probabilità, per eccesso idrico dovuto all’irrigazione dei prati. Tali piante andrebbero sostituite senza indugio con piante della stessa specie; anche i ceppi di piante lasciati sul posto andrebbero rimossi per evitare il danno che il legno morto lasciato in situ può determinare con rischio di infezione ad altre piante in quanto il materiale legnoso necrotico è attaccato da parassiti animali e vegetali (insetti minatori, funghi, batteri, virus) facilmente trasmissibili. A tal riguardo, èopportuno ricordare che la teoria di lasciare sul posto le piante cadute può aver valore per i boschi naturali ma non per un giardino botanico quale è il giardino Inglese.

Sono stati individuati e fotografati importanti alberi morti qualiCupressus macrocarpa, Nolina longifolia, Araucari bidwuilii, che facevano parte della collezione botanica, voluta dal Graefer e segnaticon targhe in legno riportante il nome, come descritto da Della Torre di Rezzonico in visita al giardino alla fine del XVIII sec. Si segnala che durante il restauro del giardino seguito dall’arch. Francesco Canestriniunitamente a Maria Rosaria Iacono, furono approntate apposite targhette in metallo con la nomenclatura scientifica, apposte lungo il percorso in occasione del convegno internazionale sul restauro dei giardini storici tenutosi a Napoli e a Caserta nel 2000. Malgrado la disponibilità di molte targhette di riserva, custodite presso la serra, denominata aranciera, le stesse non sono più state utilizzate per ripristinare l’aspetto di quello che era definito anche orto botanico.

Molte altre importanti piante non sono più presenti in quanto non rimpiazzate: per individuarle sarebbe necessario fare una semplice indagine in quanto l’elenco completo delle piante del Giardino Inglese ècontenuto in un puntuale studio commissionato dall’arch. Gian Marco Jacobitti al paesaggista Ippolito Pizzetti, pubblicato nel 1994 e nella planimetria realizzata dall’arch. Ilaria Rossi Doria, opere facilmente reperibili negli archivi della Reggia.

Il gruppo di lavoro ha osservato nel Giardino Inglese, alcuni cipressi del doppio filare attaccati dalla vite americana: un rampicante infestante che andrebbe rimosso senza indugio liberando la pianta ospite, fortemente sofferente, dalla folta vegetazione del rampicante. Le serre sono state trasformate impropriamente in location per la vendita di piante commerciali prodotte altrove. Superfluo aggiungere che anche il Giardino Inglese soffre della carenza idrica con vasche che presentano acqua stagnante e marcescente, presenza di alghe, fauna ittica in sofferenza, dovuta alla mancanza di adduzione dall’acquedotto Carolino, tema già affrontato e abbondantemente segnalato senza esito.

L’incuria e l’abbandono si manifesta anche osservando i cartelli: da anni è posizionato un avviso che segnala “Area sottoposta a controlli tecnici. Ci prendiamo cura del nostro Parco per il benessere di tutti. Ci scusiamo per il disagio”: i lavori sono fermi e l’area è inibita ai visitatori.

Tutto quanto sopra rappresentato è stato più volte segnalato sia alla DG che al Ministero, senza esito. È offensivo che la DG propagandi interventi a tecnologie avanzate quali ad esempio il recente impiego di un tomografo ad onde soniche per studiare la stabilità degli alberimentre trascura criticità e problematiche evidenti come quelle segnalate e mai, vivaddio, prese in considerazione.

Il Gruppo 31 agosto (Giuseppe Altieri, segretario Nazionale de L’Altritalia ambiente, Ciro Costagliola, Presidente IRVAT, già Presidente Ordine Agronomi e Forestali, Nando Astarita, storico del territorio e fondatore del gruppo FB Reggiando, Francesco Canestrini, già Soprintendente ABAP Basilicata, Enrico Ferranti, già ufficio Giardini di Napoli, Fernando Fuschetti, già Coordinatore regionale del C.F.S., Carmine Gambardella, Presidente Benecon, cattedra UNESCO, già Preside Facoltà di Architettura, Salvatore Natale, architetto, conoscitore esperto del parco, Matteo Palmisani, Delegato Lipu Caserta, Ottavio Pannone, già presidente dell’Ordine Avvocati,Cinzia Piccioni Ignorato, già ufficio Giardini di Napoli, Sergio Vellante, referente Italia Nostra in ASviS, già Ordinario economia ed estimo rurale, Raffaele Zito, Agenda 21 Carditello e Regi Lagni.